37: Orfeo e Euridice

Titolo dell’opera: Orfeo girandosi perde Euridice trattenuta da Plutone

Autore:

Datazione: prima metà del XVI secolo

Collocazione: Parigi, Museo del Louvre, Dipartimento delle Arti Grafiche

Committenza:

Tipologia: disegno

Tecnica: penna, inchiostro marrone, inchiostro scuro,  (27,7×39,5 cm)

Soggetto principale: Orfeo si volta a guardare Euridice che viene trattenuta da Plutone

Soggetto secondario: 

Personaggi: Orfeo, Euridice, Plutone, personaggio femminile, personaggio alato, Cerbero

Attributi: violino (Orfeo)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: www.louvre.fr

Bibliografia:

Annotazioni redazionali: il disegno rappresenta il momento in cui Orfeo ormai giunto sulla soglia della cavità infernale con la sua amata, si volta a guardarla, ma avendo infranto il patto stipulato nell’Ade, Euridice viene nuovamente tirata negl’Inferi. Orfeo completamente nudo, con indosso solo un mantello, con la mano sinistra regge un violino con l’archetto e con la mano destra stringe il polso sinistro di Euridice e la sta tirando verso di lui perché ormai si è voltato a guardarla. Euridice completamente nuda anche lei, è stata afferrata per i capelli da Plutone che la tira con forza un’altra volta nella cavità infernale. Euridice ha il viso rivolto verso Plutone ma con la mano destra indica Orfeo. Accanto a Plutone, c’è una donna nuda anch’essa, che mostra un’espressione di tormento e sta urlando. La donna nella mano sinistra stringe tre serpenti che scaglia contro la coscia di Orfeo. In alto, sopra a tutto il gruppo c’è un personaggio alato in volo che regge due fiaccole accese, quasi ad indicare il cammino ad Orfeo ed Euridice nell’oscurità delle tenebre. Fuori dalla cavità, vicino ad Orfeo, c’è Cerbero, il cane a tre teste. Un riferimento testuale potrebbe essere Niccolò degli Agostini (1538) il quale scrive in relazione alla supplica di Orfeo che Plutone disse queste parole: “Disse dar te la vo con pato tale che se te volti per alcun accento adietro, mentre pel regno infernale serai con ella anchor richiuso drento sendo stato cagion d’ogni tuo male vo che da tutti noi te sia ritolta Ne che haver piu la possi un’altra volta”. Niccolò degli Agostini prosegue scrivendo: “Ma volendo uscir fuor com’era lice del basso inferno si voltoli dolente per veder Euridice una sol volta la qual dananti gli occhi gli fu tolta”. Quest’ultima frase potrebbe essere stata tradotta dall’anonimo autore con Plutone che afferra Euridice per riportarla nella cavità infernale.

Maria D’Adduogo