29: Orfeo e Euridice

Titolo dell’opera: Orfeo ed Euridice

Autore: Baldassarre Peruzzi (1481-1536)

Datazione: 1509/10-1511

Collocazione: Roma, Villa Farnesina, Sala del Fregio

Committenza: Agostino Chigi (1465-1520)

Tipologia: dipinto murale

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Orfeo suona il violino mentre Euridice viene tirata negl’Inferi

Soggetto secondario:

Personaggi: Orfeo, Euridice, personaggio maschile

Attributi: violino (Orfeo)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Marsicola C., Peruzzi, Beccafumi ed Agostino Chigi: storie complicate di senesi a Roma, in “Antologia di Belle Arti”, 1980, pp. 149-164; Cieri Via C., L’arte delle metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos, Roma 2003, pp. 298-301; Frommel C. L. (a cura di), La Villa Farnesina a Roma, Franco Cosimo Panini ed., Modena 2003, vol. I pp.126-133, vol. II p. 192

Annotazioni redazionali: la villa fu commissionata al Peruzzi dal banchiere senese Agostino Chigi nel maggio del 1505. Nel 1590 fu acquistata dal cardinale Alessandro Farnese e da allora è più comunemente nota come Villa Farnesina. La sala del fregio situata sul lato ovest della villa, di fianco alla Loggia di Amore e Psiche, è così detta dal fregio che cinge in alto le pareti. Baldassarre Peruzzi lo affrescò a partire dal 1508 raffigurando le imprese di Ercole sul lato nord e in parte sul lato est e, altri episodi mitologici che si susseguono senza soluzione di continuità. Il fregio riprendeva fregi simili dipinti già nel Medioevo sotto ai soffitti lignei delle stanze di rappresentanza. La Sala del Fregio era utilizzata come sala d’aspetto per gli ospiti in attesa di essere ricevuti da Agostino Chigi, ma anche come luogo di cerimonie importanti come ad esempio la lettura del testamento del banchiere nell’agosto del 1519. Il fregio è alto circa 30 cm e fa parte di una trabeazione tripartita tra un architrave e un cornicione solamente dipinti. Davanti ad un cielo blu scuro si estende una fascia di terra e acqua. Le figure sono collocate come sui sarcofagi antichi, alternandosi ad alberi e arbusti inseriti per dividere le singole scene. In ognuna delle quattro pareti il fulcro è posto al centro. Il ciclo iniziante con le fatiche di Ercole si conclude con tre episodi della storia di Orfeo. Le scene di Orfeo e la morte di Semele potrebbero alludere alla morte di Margherita Saracini, la prima moglie di Agostino Chigi. La storia di Orfeo comincia con il cantore seduto su una collina mentre con la sua musica ammansisce gli animali e poi prosegue con l’episodio nel quale vi è anche Euridice. Orfeo, secondo le fonti, ottiene dai signori dell’Ade di riavere sua moglie ma a patto di non voltarsi a guardarla fino all’uscita dalla vallata infernale. Purtroppo Orfeo si gira e la perde per sempre. È proprio questo il momento rappresentato dal Peruzzi: Orfeo è raffigurato in piedi, quasi completamente nudo, vestito solo di un drappo che gli cinge la vita e gli si avvolge intorno al braccio sinistro. È intento a suonare quello che non è una lira o una cetra ma un violino e guarda verso Euridice. Quest’ultima proprio perché il marito si è voltato a guardarla viene afferrata e tirata indietro per i capelli e per un braccio da un personaggio maschile nudo che Frommel (2003) identifica come Plutone. Euridice cerca inutilmente e disperatamente di raggiungere Orfeo ma è già risucchiata nella voragine dalla quale emerge il personaggio che la sta tirando. Nella scena conclusiva Orfeo viene ucciso dalle Baccanti.   

Maria D’Adduogo