28: Orfeo e Euridice

Titolo dell’opera: Orfeo riporta Euridice fuori dagl’Inferi

Autore: Marcantonio Raimondi (ca. 1480-1527)

Datazione: ca. 1510

Collocazione: Parigi, Bibliothèque National, Dipartimento delle Stampe

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: bulino (17,9×13,2 cm)

Soggetto principale: Orfeo ed Euridice sono usciti dall’Ade

Soggetto secondario: 

Personaggi: Orfeo, Euridice

Attributi: lira da braccio (Orfeo)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Petrucci A., Disegni e stampe di Marcantonio, in “Bollettino d’arte”, marzo 1937, III, pp. 392-406; De Witt, A., Marcantonio Raimondi, La nuova Italia, Firenze 1968; Bartsch A., The illustrated Bartsch, New York 1978, vol. 26, p. 285;  Shoemaker I. H., Broun E.,  The engravings of Marcantonio Raimondi, catalogo della mostra, Lawrence, Kansas, 1981; Fessaguet I., in Les Métamorphoses d’Orphée, catalogo della mostra, Snoeck-Ducaju e Zoon, Tourcoing, Strasbourg, Ixelles 1994-1995, p. 115

Annotazioni redazionali: l’incisione appartiene a un gruppo eseguito da Raimondi verso il 1510 dopo il suo soggiorno a Roma. Il Raimondi presenta Orfeo ed Euridice su di uno sfondo molto spoglio, eccetto che per l’ingresso della cavità infernale realizzato nella roccia a destra. Orfeo è nudo, con indosso solo un mantello appuntato sulla spalla, il capo coronato di alloro, impegnato a suonare la lira da braccio. Euridice dietro di lui,  quasi totalmente nuda anch’essa fa il gesto di coprirsi, gesto per il quale Raimondi si è ispirato alla Venere Capitolina. L’unica innovazione che introduce l’artista è il lungo drappo che avvolge la ninfa. Il corpo di Orfeo è ripreso dal celebre Apollo del Belvedere, scoperto a Roma alla fine del XV secolo. La coppia è già fuori dagl’Inferi, Orfeo guarda la sua lira e sembra più preoccupato per la posizione delle sue dita sulle corde dello strumento che per la presenza di Euridice. La ninfa volge il suo sguardo indietro, verso l’ingresso della cavità a testimoniare forse quello che accadrà al voltarsi di Orfeo verso di lei.

Maria D’Adduogo