25: Orfeo e Euridice

Titolo dell’opera: Orfeo ed Euridice 

Autore: Thomas Waleys

Datazione: 1484

Collocazione: Bruges, Metamorphose Moralisée di Thomas Waleys

Committenza: Colard Mansion

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia

Soggetto principale: restituzione di Euridice

Soggetto secondario: Euridice morsa dal serpente

Personaggi: Orfeo; Euridice; Cerbero, esseri infernali

Attributi: lira (Orfeo); serpente (Euridice)

Contesto: scene all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Amielle G., Recherches sur des traductions françaises des Métamorphoses d’Ovide illustrees et publiées en France a la fin du XVe siècle et au XVIe siècle, Jean Touzot Libraire-Editeur, Parigi 1989, pp. 117, 124

Annotazioni redazionali: l’edizione delle Metamorfosi di Ovidio di Colard Mansion, apparsa a Bruges nel 1484 e ripresa nove anni più tardi da Antoine Verard sotto il titolo di Bibbia dei Poeti, presenta un riassunto del poema e un commentario attribuito a Thomas Waleys. Mansion ha utilizzato una redazione in prosa del XV secolo che a sua volta parafrasava l’Ovide Moralisé in versi. A questa tradizione aggiunse inoltre delle allegorie improntate all’Ovidius Moralizatus di Petrus Berchorius. Questa incisione raffigurante il mito di Orfeo ed Euridice, ha un’iconografia estremamente particolare. Il racconto della storia nell’illustrazione si svolge in senso antiorario. Sullo sfondo a sinistra, Euridice mentre cammina in un prato viene morsa al tallone non da un serpente ma da un drago alato. Pur essendo in età rinascimentale la raffigurazione del serpente continua ad essere quella di età medievale. La donna ha il volto girato di tre quarti, lunghi capelli e, con le mani regge e alza un lembo del vestito quasi a voler mostrare all’osservatore il morso del drago. In primo piano un personaggio maschile, Orfeo, riccamente abbigliato, è seduto su un basso muretto, ha lo sguardo assente e sta suonando un’arpa. Ai suoi piedi vi è un essere mostruoso a tre teste identificabile con il cane Cerbero. In realtà l’animale non ha l’aspetto di un cane, le teste sono di tre animali differenti, il corpo sembra quello di un drago con cresta, zampe con artigli e una lunga coda. Sullo sfondo a destra l’illustratore ha realizzato l’ingresso alla cavità infernale come l’ingresso di un castello dal quale fuoriescono fiamme di fuoco. Appena fuori dalla soglia c’è Euridice, con una mano sul ventre, che è stata appena restituita ad Orfeo la cui supplica è avvenuta fuori dall’Ade, contrariamente a quanto dicono le fonti. A portare Euridice fuori dal luogo infernale è un demone, raffigurato dietro di lei con orecchie appuntite, zampe con artigli e una coda. Sempre sullo sfondo a destra, al di sotto di quello che sembra un antro roccioso c’è un personaggio definito sommariamente, con una lunga coda e orecchie appuntite, seduto vicino ad una ruota. Vicino alla ruota ci sono due teste mozze. Il personaggio potrebbe essere Issione che secondo le fonti alla supplica di Orfeo nell’Ade, ristette, si fermò per un attimo dal girare quella ruota che era stato condannato a girare in eterno. Anche se la scena sembrerebbe ambientata all’esterno è probabile che si tratti ancora del luogo infernale perché dietro il probabile Issione c’è una parete lambita da fiamme e l’antro roccioso dietro il quale egli si trova sembra dividere la scena in due parti.

Maria D’Adduogo