Titolo dell’opera:
Autore: Jacopo di Arcangelo, detto Jacopo del Sellaio (1442-1493)
Datazione: ca. 1480
Collocazione: Kiev, Museo
Committenza:
Tipologia: dipinto
Tecnica: tavola (179×59 cm)
Soggetto principale: Orfeo prega Plutone di restituirgli Euridice
Soggetto secondario: Euridice viene trattenuta negl’Inferi da un Centauro
Personaggi: Orfeo, Euridice, Plutone, Centauro
Attributi: lira da braccio (Orfeo)
Contesto: scene all’aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: www.picasaweb.gogle.com
Bibliografia: Schubring P., Cassoni. Truhen und truhenbilder der italianischen fruhrenaissance: ein beitrage zur profanmalerei in Quattrocento, Verlag von Karl W. Hiersemann, Leipzig 1915, p. 304; Berenson B., Italian pictures of the renaissance. Florentine school, vol. I, Phaidon, Londra 1963, p. 198
Annotazioni redazionali: questo pannello di cassone è l’ultimo della serie di tre realizzati da Jacopo del Sellaio, che raccontano la vicenda di Orfeo ed Euridice. Il pannello precedente terminava il racconto con Euridice ormai morta trasportata nei luoghi infernali da due personaggi. In questo pannello Orfeo, già nell’Ade, reso con un paesaggio naturale, al suono di uno strumento musicale implora Plutone affinché gli restituisca la moglie. Orfeo è vestito di un lungo abito e porta uno strano copricapo. Di fronte a lui Plutone: il sovrano, senza la consorte, è seduto in una fenditura rocciosa, ha un abito che gli lascia scoperto il ventre rigonfio e uno scettro nella mano destra. Di fianco in un’altra fessura della roccia è seduta Euridice, prigioniera, con le mani legate dietro la schiena. A destra dell’osservatore la conclusione tragica della vicenda. Raccontano le fonti letterarie che Orfeo dopo aver ottenuto che la moglie Euridice ritornasse con lui nel mondo dei viventi, prima di uscire dall’Ade si voltò a guardarla contravvenendo al patto stipulato con i sovrani del regno, per cui la perse per sempre. In questa caso Jacopo del Sellaio ha raffigurato il momento successivo al voltarsi di Orfeo: Euridice è afferrata e tirata per i capelli da un centauro, un unicum nella raffigurazione della vicenda. La donna cerca disperatamente di aggrapparsi ad Orfeo e al suo strumento musicale, mentre il cantore cerca di tirarla verso di sé, tenendola per un lembo della manica.
Maria D’Adduogo