Titolo dell’opera: scena degl’Inferi
Autore:
Datazione: 350-340 a.C.
Collocazione: Karlsruhe, Badisches Landes Museum
Committenza:
Tipologia: cratere a volute
Tecnica: pittura a figure rosse
Soggetto principale: Orfeo prega Plutone e Proserpina di restituirgli la moglie
Soggetto secondario:
Personaggi: Orfeo, Plutone, Proserpina, Teseo, Piritoo, Megara, Heraklidai, Sisifo, Hermes, Eracle, Cerbero, Erinni, altri personaggi
Attributi: cetra (Orfeo); petaso, clamide, calzari (Hermes); clava (Eracle)
Contesto: ambiente interno
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Pensa M., Rappresentazioni dell’oltretomba nella ceramica apula, “L’erma” di Bretschneider, Roma 1977, p. 24; Garezou M. X., ad vocem Orpheus, in “Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae (LIMC)”, vol. VII, tomo I, Artemis Verlag, Zurigo e Monaco 1994, pp. 81-83, 88, 89
Annotazioni redazionali: il cratere proveniente da Ruvo in Puglia, mostra al centro l’episodio di Orfeo che prega Plutone e Proserpina di riavere la moglie e, tutt’intorno gli abitanti dell’Ade. Al centro della composizione un tempietto sostenuto da quattro colonne ioniche di cui le due anteriori presentano un capitello sormontato da una cariatide. All’interno vi è una figura maschile barbata, stante, a busto scoperto e con un lungo scettro nella mano sinistra, lo scettro è sormontato da un uccello. L’uomo rivolge un gesto alla donna che siede di fianco a lui. La donna è coronata e tiene anch’essa un lungo scettro. I due secondo la Pensa (1977) sarebbero da identificare come Plutone e Proserpina, sovrani del regno delle tenebre, all’interno del loro palazzo. La figura femminile che sta di fianco a Proserpina vestita di un chitonisco e con due fiaccole accese, una delle quali porge ad Orfeo, sarebbe Hekate (Pensa, 1977). Orfeo, come in molti di questi vasi con raffigurazioni del mondo dell’oltretomba, è raffigurato mentre sta suonando la cetra, ha la tiara e vesti orientali ed è rivolto verso il tempietto. Tutt’intorno sono raffigurati personaggi dell’Ade. In alto a sinistra, una donna velata, seduta, è affiancata da due giovani nudi: uno stante e uno seduto reggente una spiga di grano di innaturale grandezza. Questo gruppo è stato individuato dalla Pensa (1977) come Megara e gli Herakleidai. Poco più sotto un altro gruppo di due persone, due donne di cui una alata, con serpenti nei capelli e attorcigliati lungo le braccia. In alto a destra del tempietto, ci sono due giovani che conversano tra loro: uno quasi completamente nudo, seduto e con una lancia, l’altro poggia il piede su un basamento, tiene una clava con la mano sinistra e con la destra indica qualcosa al compagno. I due sarebbero Teseo e Piritoo (Pensa, 1977). Poco più sotto un giovane stante, con il capo coronato d’alloro e dietro di lui due donne stanti, una delle quali regge un’hydria. La fascia inferiore del vaso è decorata con una serie di personaggi che ricorrono di frequente nelle rappresentazioni del mondo dell’oltretomba. A sinistra un giovane nudo che cerca di spingere un masso verso l’alto: è Sisifo condannato a spingere in eterno un masso che rotola sempre giù. Alla sua sinistra c’è un giovane stante, nudo, con petaso, clamide e calzari che indica verso Sisifo ma guarda nella direzione opposta. In questa direzione un giovane nudo con clava, tira il cane a tre teste Cerbero tenuto per la catena. Il cane è aizzato dalla frusta di un personaggio femminile, un’Erinni. Dietro quest’ultima c’è una figura femminile stante. Questi personaggi sarebbero stati identificati come Hermes, Eracle e Cerbero (Pensa, 1977).
Maria D’Adduogo