Titolo dell’opera: scena degl’Inferi
Autore:
Datazione: 370-350 a.C.
Collocazione: proveniente da Ruvo, ex collezione Fenicia
Committenza:
Tipologia: vaso
Tecnica:
Soggetto principale: Orfeo suona la cetra nei pressi del palazzo infernale
Soggetto secondario:
Personaggi: Orfeo, Proserpina, Hekate, Cerbero, Furie, personaggi femminili
Attributi: cetra (Orfeo)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Jatta M., Monumenti antichi dell’Accademia dei lincei, XVI, 1906; Pensa M., Rappresentazioni dell’oltretomba nella ceramica apula, “L’erma” di Bretschneider, Roma 1977, p. 25; Aellen C., A la recherche de l’ordre cosmique. Forme et fonction des personnifications dans la céramique italiote, Akanthvs, Zurigo 1994, vol. 1, pp. 64-65; Garezou M. X., ad vocem Orpheus, in “Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae (LIMC)”, vol. VII, tomo I, Artemis Verlag, Zurigo e Monaco 1994, pp. 81-83, 88, 89
Annotazioni redazionali: il vaso cronologicamente precedente rispetto a tutti i vasi con raffigurazioni di Orfeo nell’Ade, si presenta oggi frammentario, ma la scena di Orfeo che suona la cetra al cospetto di Plutone e Proserpina è perfettamente riconoscibile, anche perché accanto ad ogni personaggio rimane il nome. Al centro del frammento è visibile l’angolo sinistro di un tempietto sostenuto da due colonne, l’una scanalata ionica, l’altra liscia dorica. All’interno una figura femminile seduta, con il capo velato, e con uno scettro terminante con un fiore di loto. Sulla spalla sinistra della donna si vede una mano e per terra si vede una parte di piedi di un’altra figura. La donna è Proserpina nel suo palazzo mentre accanto a lei doveva essere Plutone, del quale si vedono solo una mano e appunto parte dei piedi. Fra le due colonne una figura femminile in chitonisco, con serpenti tra i capelli e con una fiaccola in ciascuna mano: è Hekate (Pensa, 1977). A sinistra del tempietto, una figura maschile, con il capo coronato d’alloro, in vesti orientali e in atto di suonare la cetra: è Orfeo che rivolge la sua preghiera ai signori dell’Ade. Dietro di lui una porta viene richiusa o aperta da una figura femminile alata, vestita di un lungo chitone. Sotto vi è una figura femminile seduta, con capelli lunghi, volta verso Orfeo. Più a destra sotto il tempietto sorgono dal suolo due busti femminili con serpenti tra capelli: dovrebbero essere le Eumenidi. Poi sono visibili le tre teste del cane Cerbero rivolte sempre verso Orfeo. Secondo Aellen (1994) tutti i personaggi si girano verso Orfeo perché hanno subito l’effetto del suo canto, come se il cantore li avesse paralizzati.
Maria D’Adduogo