Eurifc01

V sec. a. C.

EURIPIDE, Alcesti, vv. 357-362

Testo tratto da: Euripide, Le tragedie, Bologna 1940, vv. 357-362, p. 142

Oh mi fossero date le parole ed il canto di Orfeo, sì da incantare con essi la figlia di Demetra (Persefone) e il suo sposo! Allora io scenderei a prenderti nell’Ade, e né il cane di Plutone, né il rematore Caronte che trasporta i morti, riuscirebbero a impedire che io riportassi la tua vita al sole. E dunque aspettami là, se mai io muoia,  e prepara la casa, certa che ancora vivrai con me.