25: Mirra e Cinira

Titolo dell’opera: La nascita di Adone

Autore: attribuita prevalentemente a Guercino

Datazione: 1666

Collocazione: Dresda, Gemäldegalerie

Committenza: Afonso II Gonzaga

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela

Soggetto principale: nascita di Adone dal tronco dell’albero di Mirra

Soggetto secondario:

Personaggi: Mirra (albero), Adone, Diana-Lucina, ninfe

Attributi: albero (Mirra); mezzaluna (Diana-Lucina)

Contesto: bosco

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Campori G., Gli artisti italiani e stranieri negli stati estensi, Modena 1855, p. 236-237.

Annotazioni redazionali: La scena rappresenta la miracolosa nascita di Adone dal fusto dell’albero in cui Mirra è stata trasformata dagli dei; al centro del tronco una lunga fessura permette al bambino di venire alla luce, sulla destra è in ginocchio la dea Diana (con la mezzaluna in testa) che accoglie in braccio il bellissimo Adone estraendolo dal tronco dell’albero. Le fonti scritte parlano solitamente dell’intervento della dea Lucina, nome con il quale talvolta la stessa Diana era invocata. Mirra, rappresentata al centro, ha perso con la trasformazione tutte le sembianze di essere umano, di solito, infatti, riusciamo a identificare tra la dura corteccia almeno il volto o le braccia di donna, cosa che qui non accade: Mirra è ormai un vegetale a tutti gli effetti. Sulla sinistra troviamo rappresentate tre ninfe: due sono inginocchiate e recano vasi e arredi, mentre una terza è in piedi con in mano un bacile per lavare il nascituro. Le vesti delle donne hanno colori policromatici: giallo oro, rosso, blu chiaro e grigio violetto, rappresentate davanti ad un cielo azzurro coperto di nuvole grigie. L’opera è stata prevalentemente attribuita al Guercino, ma la critica ha avanzato più volte anche il nome di Cesare Gennari, che eseguì anche la morte di Adone (anch’essa a Dresda) e ne ricevette da Alfonso II Gonzaga duecento ducatoni di mercede (da una lettera del 1665); a Dresda i due soggetti sono comunque esposti come opere del Guercino.

Valentina Leonardi