24: Mirra e Cinira

Titolo dell’opera: la nascita di Adone

Autore: Herman van Swanevelt

Datazione: 1655

Collocazione: Roma, Galleria Doria Pamphilj

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela

Soggetto principale: nascita di Adone dal tronco dell’albero di Mirra

Soggetto secondario:

Personaggi: Mirra (albero), Adone, ninfe

Attributi: albero (Mirra)

Contesto: paesaggio boscoso con ampia vallata

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Sestieri E., Catalogo della galleria ex-fidecommissaria Doria-Pamphilj, Roma 1942, pp. 45-46; Malcom R. Weddingham, Herman van Swanevelt in Rome in “Paragone, Rivista di arte figurativa e letteratura” diretta da Longhi R., numero 121, Sansoni, Firenze 1960, pp. 37-47.

Annotazioni redazionali: Il pittore olandese Herman van Swanevelt rappresenta la nascita di Adone, episodio chiave del mito ovidiano, che vede come protagonista l’eroina Mirra trasformata in albero dagli dei. Il nascituro è appena uscito dal tronco e viene accolto dalle Naiadi, le ninfe che accudiscono sin dal primo momento il bellissimo bambino, una di loro lo tiene tra le braccia, un’altra spiega un panno per asciugarlo, le altre assistono all’evento preparandosi a prendersi cura di lui, a terra c’è un bacile con dell’acqua dove sarà lavato. La scena è rappresentata in un ampio paesaggio, che viene limitato a sinistra da un folto bosco e a destra da un colle costeggiato da un fiume, al centro una valle che degrada con una luce dorata verso l’orizzonte. L’opera è conservata alla Galleria Doria Pamphilj e nel catalogo fidecommissario è attribuita al pittore olandese solo in parte, infatti le figure sono dette di mano di Nicolas Poussin, quest’affermazione non sembra oggi più attendibile, infatti il paesaggio, che è costruito con grande equilibrio compositivo, si amalgama bene con le figure ed è in relazione con loro. Lo Swanevelt rivolge molta attenzione, infatti, al dato naturalistico rivelando una spiccata sensibilità agreste: il paesaggio viene costruito usando gli effetti teatrali della luce e l’ampio volume delle ombre, rappresentando con grande efficacia anche le distanze; questa sensibilità particolare gli deriva dai modi di Claude Lorraine.

Valentina Leonardi