23: Mirra e Cinira

Titolo dell’opera: La nascita di Adone

 Autore: Nicolas Poussin

Datazione: 1620-23

Collocazione: Windsor Castle, Royal Library

Committenza: Giovan Battista Marino

Tipologia: disegno (18,3 x 32,5 cm)

Tecnica: penna, inchiostro scuro (bistro), lavis

Soggetto principale: Mirra trasformata in albero partorisce Adone

Soggetto secondario: un gruppo di ninfe si intrattiene sullo sfondo

Personaggi: Mirra, Adone, ninfe, Lucina

Attributi: albero (Mirra)

Contesto: paesaggio pianeggiante con alberi

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Rosenberg P., Prat L.A., Nicolas Poussin 1594-1665 catalogue raisonné des dessins, Leonardo editore, 1994, I, p. 16.9; Blunt A., “The Massimi collection of Poussin drawings in the Royal Library at Windsor Castle.” in Master Drawings, New York 1976, vol. XIV, p. 25; Friedlaender W.- Blunt A., The drawings of Nicolas Poussin, catalogue raisonné, the Warburg Institute University, Londra 1953, vol. III, p.10; Blunt A., Nicolas Poussin, The A.W. mellon lectures in the fine arts, Phaidon press ltd, 1958, London-New York, p.49; Gardner V. C., Cardinal Camillo Massimi, Nicolas Poussin and Claude Lorrain: a study of neosoic patronage in Baroque Rome, 1998, p. 158.

Annotazioni redazionali: Questa opera fa parte della serie di disegni a soggetto mitologico appartenenti al Cardinale Camillo Massimi, commissionati a Poussin dal Marino agli inizi degli anni venti del ‘600, per illustrare una nuova edizione delle Metamorfosi di Ovidio che poi non venne mai pubblicata. Il Cardinale Massimi apprezzò molto questo genere di disegni, in quanto illustravano le storie mitologiche di uno fra i suoi poeti preferiti, quindi li acquistò. Il disegno con la nascita di Adone vede al centro della composizione Mirra, la sfortunata fanciulla che innamoratasi di suo padre si unì a lui per diverse notti fingendosi una concubina, ma nel momento in cui venne scoperta, gli dei la trasformarono in albero, salvandola così dalla furia del padre deciso ad ucciderla a colpi di spada. Adone, frutto della relazione incestuosa, sta per uscire dal ventre della madre che Poussin rappresenta ancora in parte nelle sembianze di una donna e non di albero; Mirra, infatti, ha le braccia trasformate in rami e i capelli in fogliame, ma il suo corpo è ancora quello di un essere umano, ha il volto stravolto dai dolori del parto. La donna è circondata da molte figure femminili, sono le Naiadi che assistono all’evento e accolgono il nascituro; alcune di loro recano in mano oggetti quali vasi o arredi, altre osservano meravigliate dalla bellezza del piccolo Adone. La donna rappresentata a destra tutta nuda con un panno e un vaso in mano, è stata identificata come la dea della partorienti Lucina, che presiede al parto. Poussin per illustrare la scena segue di pari passo il racconto che fa Ovidio di questo mito nel libro X delle Metamorfosi. Dal punto di vista compositivo l’artista dispone le ninfe lungo il primo piano del disegno, le quali, con gesti e atteggiamenti dei corpi, dirigono la nostra attenzione verso il fulcro della scena che è Adone; in contrapposizione al primo piano c’è poi un gruppo di sette ninfe sullo sfondo disposte davanti ad un drappo di tessuto che funge da quinta architettonica, queste figure sono rese da Poussin con pochi tratti di penna che vanno a definire solo l’ovale dei volti e i morbidi panneggi delle vesti. L’artista utilizza per questo disegno un inchiostro sfumato grigio, alcune parti dell’opera sono quindi prive di contorni netti e definiti (ad esempio gli alberi sullo sfondo), mentre altre, tipo le figure in primo piano, sono ripassate da Poussin con inchiostro scuro che rende i contorni e le linee dei panneggi più netti e definiti.

Valentina Leonardi