17: Mirra e Cinira

Titolo dell’opera: La nascita di Adone

Autore: Bottega di Jean de Court

Datazione: 1560 ca.

Collocazione: Washington, National Gallery of Art, collezione Widener

Committenza:

Tipologia: piatto ovale

Tecnica: smalto dipinto su rame (46,9 x 38,1 cm)

Soggetto principale: Mirra partorisce Adone

Soggetto secondario:

Personaggi: Mirra, Adone, ninfe

Attributi: albero (Mirra)

Contesto: paesaggio con alberi

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Distelberger R, Luchs A., Verdier P., Wilson T. H., Western Decorative Arts, Part I: Medieval, Renaissance, and Historicizing Styles including Metalwork, Enamels adn Ceramics. The collestions of the National Gallery of Art Systematic Catalogue, Washington, 1993, pp. 97-100. 

Annotazioni redazionali: In questo piatto di epoca Rinascimentale è rappresentata la miracolosa nascita di Adone avvenuta dal corpo di Mirra, già trasformata in albero dagli dei. L’artista sceglie di rappresentare l’eroina con il corpo per metà umano, ma con le gambe totalmente avvolte dalla dura corteccia, così come braccia e mani tramutate in rami e fogliame. Intorno alla partoriente sono giunte in aiuto le Naiadi, che sono rappresentate in atteggiamenti e pose diverse, alcune sono di spalle altre di profilo, tutte appaiono comunque molto agitate per quello che sta succedendo e provvedono in vari modi ad accogliere il nascituro: la ninfa in primo piano a sinistra prepara un giaciglio per il bambino, altre davanti a lei portano dell’acqua con delle brocche per lavarlo; sulla destra invece una quarta ninfa prende tempestivamente tra le braccia Adone che è appena uscito dal legnoso grembo della madre Mirra. In tutto le Naiadi rappresentate sono sette. Fa da sfondo alla scena un paesaggio dai colori piuttosto scuri arricchito dalla presenza di figure di animali: un cane che dorme, delle anatre, un cigno in un ruscello, due cavalli; c’è anche un piccolo paesino arroccato. La scena è dipinta su un supporto di rame tramite smalto di vari colori: nero, marrone, turchese, blu e bianco, sono state aggiunte poi delle rifiniture in oro, che campeggiano in particolare entro la fascia decorativa molto elaborata che circonda tutta la scena e che arricchisce il manufatto, tuttavia le decorazioni in oro appaiono piuttosto consumate, specie nella parte sinistra. Sono presenti dei segni di restauri e delle sbeccature lungo il bordo del piatto. Il rovescio è molto più danneggiato, presenta infatti delle macchie specie nelle zone dipinte con smalto nero; in una targhetta è impressa l’iscrizione NUL NE SY FROTE.

Valentina Leonardi