
Titolo dell’opera: Mirra partorisce Adone
Autore: Girolamo Siciolante da Sermoneta
Datazione: 1554-1560
Collocazione: Monterotondo, Palazzo Comunale, piano nobile, sala di Adone, parete est
Committenza: Franciotto e Ottavio Orsini
Tipologia: dipinto
Tecnica: affresco
Soggetto principale: la nascita di Adone dal fusto di mirra
Soggetto secondario:
Personaggi: Mirra (albero), Adone, ninfe, Lucina
Attributi: albero (Mirra)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Mandarano N., Monterotondo-Palazzo Orsini, in l’Arte delle Metamorfosi decorazioni mitologiche nel Cinquecento a cura di Cieri Via C., Lithos, Roma 2003, pp. 240-243; Bruno R., Girolamo Siciolante revisioni e verifiche ricostruttive in “Critica d’Arte”, diretta da Ragghianti C. L., 29, 135, 1974, pp.71-80; Ilari C., Il mito di Adone nel Palazzo Orsini di Monterotondo in “Storia dell’arte” diretta da Argan G. C., La Nuova Italia Firenze, Roma, 74, 1992, pp. 25-47.
Annotazioni redazionali: Girolamo Siciolante rappresenta la nascita di Adone, avvenuta miracolosamente dal fusto dell’albero di mirra. La madre, trasformata in albero dagli dei, appare con il corpo e il viso di donna, ma con le mani e i capelli mutati in fogliame e i piedi trasformati in radici; Lucina, rappresentata accanto a lei con una lunga veste panneggiata e mossa, ha già favorito la nascita del bellissimo bambino, intanto il nascituro viene accudito dalle Naiadi che hanno assistito all’evento. Una di loro lo avvolge in un panno bianco e lo asciuga dopo averlo lavato in un bacile con dell’acqua (rappresentato in primo piano), altre recano in mano utensili, vasi e panni leggeri per coprire il piccolo. Sulla destra Venere, accompagnata da Cupido, fa da madrina del felice evento, anche se la mestizia del suo volto sembra anticipare l’esito tragico del suo amore. Come per l’inseguimento di Mirra da parte di Cinira (Cfr. scheda opera 12), così anche in questo caso, l’artista opera una fedele traduzione dei versi di Ovidio in immagine, scegliendo di fissare il momento immediatamente successivo al parto. Ai lati della nascita di Adone sono rappresentate esternamente due dee: Venere e Minerva; la presenza di queste due divinità che presiedono alla nascita miracolosa non è casuale, infatti Venere è colei che, come ci narrano alcune fonti antiche (ad esempio Igino nelle Fabulae e Fabio Lattanzio Placido nelle Narrationes Fabularum Ovidiarum), suscitò l’amore di Mirra verso suo padre, ma Venere è anche la dea che si innamorerà del bellissimo fanciullo, amore che è rappresentato nella parete ovest della stessa stanza del Palazzo. La dea si presenta nel suo aspetto più consueto, mentre emerge dalle onde tutta nuda, coperta solo da un drappo bianco; la nudità vuole in questo caso rimandare all’amore come preludio di fecondità. Minerva, è rappresentata a sinistra in vesti da guerriera con egida e corazza, mentre si appoggia all’asta in atto di meditazione; anche questa dea rimanda alla fertilità, infatti nella mitologia greca era considerata Mater, cioè “madre” feconda. La presenza di Minerva, vergine guerriera è anche un diretto riferimento alla casata degli Orsini: Minerva era infatti nata nell’isola di Rodi, celebre per essere l’isola delle rose (stemma di questa famiglia).
Valentina Leonardi