10: Mirra e Cinira

Titolo dell’opera: Venere e Adone

Autore: seguace di Tiziano Vecellio

Datazione: prima metà del XVI secolo

Collocazione: Londra, National Gallery

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tavola (76,2 x 132,1 cm)

Soggetto principale: Venere e Adone innamorati (o Atalanta e Ippomene?)

Soggetto secondario: scene della nascita e morte di Adone sullo sfondo

Personaggi: Venere, Adone, Cupido, Mirra

Attributi:

Contesto: paesaggio boscoso con ampia vallata sullo sfondo

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Gould C., National Gallery catalogues the sixteenth-century venetian school, Londra, 1959; National Gallery illustrated general catalogue, Londra, 1973, p.623.

Annotazioni redazionali: La tavola presenta in primo piano l’idillio amoroso tra Venere e Adone, mentre sullo sfondo sono dipinti alcuni episodi della vita di Adone: a sinistra dei due amanti troviamo le scene legate al momento della morte del bellissimo fanciullo e il lamento di Venere sul suo corpo, invece alla destra dei due, sempre sullo sfondo, gli episodi della nascita di Adone, avvenuta dal tronco dell’albero in cui sua madre Mirra è stata trasformata dagli dei. Le scene sulla destra includono anche un momento della vicenda che interessa più direttamente Mirra: la ragazza fugge dalla camera di suo padre Cinira perché scoperta di essere stata sua amante per ripetute notti, fingendosi una prostituta. L’episodio drammatico della fuga di Mirra dalla camera del padre si trova al centro delle tre scene che occupano la parte destra del dipinto, lateralmente a questo trovano spazio altri due momenti della storia: la trasformazione in albero (a sinistra) e la nascita del bambino dal tronco dell’albero (sulla destra). Sebbene sia rappresentata sullo sfondo la vita di Adone e di sua madre, è in dubbio che le figure principali in primo piano siano in realtà Venere e Adone, infatti l’uomo tiene una mela in mano, elemento che suggerirebbe che la coppia sia Ippomene e Atalanta, la cui storia è, in ogni caso, tratta dalle Metamorfosi di Ovidio ed è peraltro legata al mito di Adone, poiché, nel racconto del poeta di Sulmona, confina con essa. Elemento che invece non concorda con il mito di Ippomene e Atalanta è, invece, la presenza di Cupido in alto a destra in atto di trafiggere gli amanti (Ovidio infatti racconta, nella storia di Atalanta e Ippomene, che è Venere a intervenire di persona e non Cupido). La tavola proveniva dall’Hamilton Palace e compariva qui come opera di Giorgione; dal momento in cui è entrata nella National Gallery viene indicata come “scuola veneziana” (fatta eccezione nelle edizioni del 1901-15 dove appare come “scuola di Giorgione”), si può dire quindi che venne realizzata da un seguace di Tiziano.      

Valentina Leonardi