Titolo dell’opera: La nascita di Adone
Autore: Bernardino Luini
Datazione: 1520-23
Collocazione: Milano, Pinacoteca di Brera
Committenza: Gerolamo Rabia
Tipologia: dipinto
Tecnica: affresco trasportato su tavola (208 x 193 cm)
Soggetto principale: la nascita di Adone dal tronco dell’albero di Mirra
Soggetto secondario: Venere e Adone
Personaggi: Adone, Mirra (albero), Lucina, ninfe, Venere
Attributi: albero (Mirra)
Contesto: paesaggio con alberi e rocce
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Valeri F.M., Catalogo della R. Pinacoteca di Brera, Istituto italiani di Arti Grafiche, Bergamo 1908, pp. 21, 22; Pinacoteca di Brera scuola lombarda e piemontese 1300-1535, Electa, Milano 1988; Beltrami L., Bernardino Luini e la Pelucca in “Archivio storico dell’arte” diretto da D. Gnoli, Danesi editore, Roma 1895, pp. 5, 8-18; Mostra del Luini Catalogo, villa comunale dell’Olmo, Como 1953.
Annotazioni redazionali: Bernardino Luini, pittore seguace della scuola lombarda, in particolare del Bergognone e del Bramantino, decorò la villa della Pelucca tra Monza e Sesto San Giovanni realizzando, all’inizio del terzo decennio del ‘500, una serie di dipinti che furono poi staccati al principio del XIX secolo, quando si decise di ridurre la villa in abitazione civile e quindi di cambiarne gli interni. Gli affreschi del Luini decoravano una grande sala prospettante il cortile principale, lunga quattordici metri e larga cinque metri e cinquanta, due sale minori (5,40 x 4,80 m) e il locale della cappella. Quando si decise di staccare gli affreschi, che erano peraltro in stato di deperimento, non si ebbe alcuna cura di farne una descrizione e di annotare l’ordine e la disposizione adottata dal pittore, quindi oggi non abbiamo alcun elemento che ci possa aiutare a ricostruire il complesso apparato decorativo, se non alcuni frammenti (conservati alla Pinacoteca di Brera) che ancora oggi si conoscono come provenienti dalla Pelucca. Il frammento con la Nascita di Adone rientra tra quelli di soggetto mitologico, accanto ai quali si rintracciano i frammenti riguardanti la storia sacra, quelli religiosi, e i motivi decorativi, questa porzione di affresco venne riportata nel 1817 su tavola anziché su tela, ciò espose l’opera anche ai danni causati dal movimento delle tavole che nel tempo provocarono gravi lesioni visibili sulla superficie del dipinto, l’opera, infatti, non fu sufficientemente protetta dagli sbalzi di temperatura e dall’umidità, cosa che generò inevitabile dilatazione del legno. Alla luce di tutto questo possiamo affermare che lo stato di conservazione dell’opera è pessimo, è infatti mutila e ridipinta abbondantemente. Il soggetto del frammento è tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, il pittore tiene presente la sua fonte in ogni elemento: sullo sfondo è facilmente identificabile la scena della nascita di Adone, avvenuta dal tronco dell’albero di Mirra, albero in cui l’omonima madre si è trasformata per grazia degli dei. Sulla destra le Naiadi si affrettano curiose ad assistere alla prodigiosa nascita, favorita principalmente dalla dea delle partorienti Lucina che accorre ad aiutare Mirra. Più problematica è l’identificazione delle due figure in primo piano sedute sopra delle rocce: l’ipotesi più attendibile è che i due siano Venere e Adone, in collegamento con la scena sullo sfondo. Tutti i personaggi sono abbigliati con vesti leggere panneggiate “alla greca” e hanno dei sandali ai piedi, lo stile del Luini sembra qui ricollegarsi all’influsso del Bramantino, come afferma anche il Suida (1907). Questo frammento, inoltre, si trovava molto probabilmente nel gabinetto assieme ad altre due scene con rappresentato “Fanciulle al bagno” e “il Gioco della mano calda”, non sappiamo però quale potesse essere il significato generale del ciclo di tutto questo ambiente.
Valentina Leonardi