Titolo dell’opera: Mirra, la nascita di Adone, Venere e Adone
Autore: Giovanni de’ Bonsignori
Datazione: 1497
Collocazione: sta in: Ovidio Metamorphoseos vulgare, Giovanni dei Bonsignori, Venezia 1497, f. 89r
Committenza:
Tipologia: incisione
Tecnica: xilografia
Soggetto principale: la nascita di Adone dal fusto di Mirra, Cinira insegue Mirra, Venere e Adone
Soggetto secondario:
Personaggi: Mirra, Adone, ninfe, Cinira, Venere
Attributi: albero (Mirra); arco, faretra, frecce, cinghiale (Adone)
Contesto: scena d’interno (a sinistra), paesaggio con alberi sparsi
Precedenti:
Derivazioni: frontespizio dell’Historia de Mirra, inizio del XVI secolo (Biblioteca Colombina Sevilla)
Immagini:
Bibliografia: Guthmuller B., Mito, poesia, arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni, Roma 1997, pp. 205-211, 242.
Annotazioni redazionali: Nell’Ovidio Metamorphoseos vulgare di Giovanni dei Bonsignori è presente una xilografia dedicata ai due miti di Mirra e di suo figlio Adone. L’illustrazione mostra quindi una raffigurazione sincronica: a sinistra la scena dell’inseguimento di Mirra da parte di suo padre Cinira, rappresentato mentre brandisce la spada e tenta di colpire a morte la figlia; al centro Mirra trasformata in albero partorisce Adone; la fanciulla non ha qui le sembianze umane che in molte altre xilografie aveva (non ha né il corpo, né il viso di una donna). Nel partorire, Mirra viene aiutata dalle ninfe che estraggono il nascituro dal fusto dell’albero. A destra viene rappresentato l’idillio tra Venere e Adone, con la dea che figura tutta nuda accanto al bellissimo fanciullo sotto l’ombra di un albero; davanti a loro appoggiati per terra sono gli attributi che identificano Adone: arco e frecce (in quanto era un cacciatore). Sullo sfondo è raffigurata la tragica scena della morte di Adone, sbranato da un cinghiale, alla presenza della dea Venere che giunge in volo dal cielo. Anche in questo caso la dea è rappresentata nuda, ciò provocò all’epoca un forte dissenso da parte degli uomini di chiesa che considerarono tali xilografie scandalose e quindi da censurare; c’è da dire, comunque, che la nudità di Venere non è una nudità sensuale o lasciva, né funzionale ad emanare alcun fascino erotico.
Valentina Leonardi