2 a.C. – 1 d.C.
PUBLIO OVIDIO NASONE, Ars Amatoria, I, 285-288
Mirra amò il padre, ma non come deve una figlia,
ed ora è chiusa dentro la corteccia che la stringe tutta.
La lacrime che versa dall’albero ododroso
sono per noi il profumo che conserva il nome della donna.