44: Giove e Ganimede

Titolo dell’opera: Ratto di Ganimede

Autore: Antonio Tempesta (1555-1630)

Datazione: 1606

Collocazione: Metamorphoseon sive Transformationum Ovidianarum Libri quindecim Aeneis formis ab Antonio Tempesta Fiorentino incisi, e in pectorum antiquitatisque studiosorum gratiam nunc primum exquisitissimis sumptibus a Petro de Iode anteuerpiano in lucem editi, Anversa 1606

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia

Soggetto principale: Ratto di Ganimede

Soggetto secondario:

Personaggi: Giove (sotto forma di aquila), Ganimede

Attributi: aquila (Giove); aquila (Ganimede)

Contesto: paesaggio montano

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/75/Ganimede_-_Tempesta,_Antonio_(1555-1630)__In_aquilam_trasformatus_Iupiter_Ganymedem_rapit.jpg

Bibliografia: Alpers S., The decoration of the Torre de la Parada, Volume IX, London 1971, pp. 85-95; Marongiu M., Il mito di Ganimede prima e dopo Michelangelo, Mandragora, Firenze 2002, p. 25

Annotazioni redazionali: Questa incisione è una delle 150 che Antonio Tempesta realizzò per illustrare l’edizione delle Metamorfosi di Ovidio stampata ad Anversa nel 1606, presentandoci una collezione di illustrazioni senza testo, con titoli corti e descrittivi. In linea con la tradizione iniziata con La Metamorphose d’Ovide Figurèe di Bernard Salomon e con la successiva opera del Symeoni del 1559 (La vita & Metamorfoseo d’Ovidio Figurato & abbreviato in forma d’epigrammi), anche in questo compendio in latino del testo ovidiano le immagini assumono una posizione di predominanza rispetto al testo. Tempesta si concentra sull’azione ignorando l’ambientazione; aumenta la scala di grandezza delle illustrazioni e delle figure al loro interno. Prende spunto da Salomon ma vi appone anche alcune nuove invenzioni. Tempesta è infatti il primo illustratore ovidiano a isolare i personaggi principali in ogni scena e a concentrarsi sulle loro azioni al di fuori del dramma. L’incisione mostra in primo piano Ganimede che, trasportato sulla groppa dell’aquila, gli cinge il collo con le braccia; l’iconografia è molto simile al disegno del Campagnola (Cfr. scheda opera 22). La critica tende a sottolineare il legame esistente, a livello iconografico, tra le xilografie del Tempesta e quelle dell’edizione Lionese del 1557 di Salomon (Cfr. scheda opera 41), mentre, da un punto di vista stilistico le illustrazioni dell’edizione di Anversa riflettono l’influenza del Barocco italiano.

Valentina Martinoli