39: Giove e Ganimede

Titolo dell’opera: Ganimede

Autore: Benvenuto Cellini (1500-1571)

Datazione: 1548-1550

Collocazione: Firenze, Museo Nazionale del Bargello

Committenza:

Tipologia: scultura

Tecnica: statua a tuttotondo in marmo (h. 109 cm)

Soggetto principale: Ganimede e Giove sotto forma di aquila

Soggetto secondario:

Personaggi: Ganimede, Giove (sotto forma di aquila)

Attributi: aquila (Ganimede); aquila (Giove)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.scultura-italiana.com/Galleria/Cellini%20Benvenuto/imagepages/image10.html

Bibliografia: The Baron de Cosson, Cellini's Model for His Head of the Ganymede, in “The Burlington Magazine for Connoisseurs”, 23, 126, Settembre 1913, pp. 352-354; Paolucci A., Cellini, Giunti, Firenze 2000; Schwarzenberg E., Benvenuto Cellini: un torso antico restaurato come Ganimede, in Palazzo Pitti: la reggia rivelata,  a cura di Capecchi G., Giunti, Firenze 2003, pp. 138-153

Annotazioni redazionali: Nel 1548 il principe di Palestrina inviò a Cosimo I de’ Medici un bel torso romano acefalo databile al I o II secolo d.C.; il duca Cosimo affidò l’opera a Benvenuto Cellini, orafo, scultore e restauratore al servizio dei Medici perché lo restaurasse. L’artista integrò l’opera scolpendo la testa, le braccia e i piedi, e – aggiungendo l’aquila sul lato sinistro – trasformò un semplice busto antico in una raffigurazione del mito di Giove e Ganimede. Cellini non raffigura un momento preciso della vicenda, ma immortala i due protagonisti del mito che si scambiano uno sguardo molto intenso “dai significati omofili per nulla sottintesi” (Paolucci, 2000, p. 40). Nel restauro della statua il Cellini si avvalse dell'aiuto di Willem van Tetrode, artista olandese meglio noto come Guglielmo Fiammingo (1530-1587); l’opera fu consegnata nel marzo del 1550 e posta in Palazzo Vecchio. La particolare iconografia ricorda quella del gruppo scultoreo conservato nel Museo Chiaramonti in Vaticano (Cfr. scheda opera 11), che tuttavia non può essere indicato come modello diretto, essendo stato rinvenuto a Roma solo nel 1780.

Chiara Mataloni