Titolo dell’opera: Ratto di Ganimede
Autore: Giorgione o Giulio Campagnola
Datazione: 1500 ca.
Collocazione: Washington, National Gallery of Art
Committenza:
Tipologia: disegno
Tecnica: penna e inchiostro bruno su carta preparata (15 x 11,7 cm)
Soggetto principale: Ganimede portato in cielo dall’aquila
Soggetto secondario:
Personaggi: Ganimede, Giove (sotto forma di aquila)
Attributi: aquila (Ganimede); aquila (Giove)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti:
Derivazioni: Giulio Campagnola, Ratto di Ganimede, incisione a bulino, Boston, Museum of Fine Arts (Cfr. scheda opera 23)
Immagini: http://www.nga.gov/fcgi-bin/timage_f?object=93726&image=21418&c=
Bibliografia:
Tietze H., Tietze-Conrat E., Giulio Campagnola’s Graphic Art, in “The Print Collector’s Quarterly”, XXIX, 1942, pp. 184-187; Levenson J., Oberhuber K., Sheenan J., Early Italian Engravings from the National Gallery of Art, Washington, 1973, pp. 390-393; Piccininni R., Il mito di Ganimede in ambiente veneto fra ‘400 e ‘500, in Giorgione e la cultura veneta tra ‘400 e ‘500: mito, allegoria, analisi iconologica, De Luca, Roma 1981, pp. 149-154; Zucker M., The illustrated Bartsch, vol. 25, Early Italian Master. Commentary, Abaris books, New York 1984; Marongiu M., Il mito di Ganimede: prima e dopo Michelangelo, Mandragora, Firenze 2002, pp. 60-61
Annotazioni redazionali: Il disegno presenta un’iconografia originale: Ganimede, abbigliato con una tunica all’antica gonfiata dal vento, è a cavalcioni del collo dell’aquila, la quale è rappresentata con le ali appena schiuse e con le zampe stanti. Al di sotto delle figure è accennato un paesaggio. Non esistono altre immagini precedenti con la medesima iconografia. Il disegno proviene dall’ambiente veneto-patavino; varie sono state le attribuzioni, da Giovanni Bellini a Mantegna (Tietze, 1942), a Giorgione e Giulio Campagnola (Oberhuber, 1973). Proprio quest’ultimo nome potrebbe essere il più credibile per la paternità dell’opera, anche se di Campagnola non si hanno altri disegni. Questo foglio è decisivo per la definizione dell’iconografia dell’incisione, sempre attribuita a Giulio Campagnola, con lo stesso soggetto mitologico. La Marongiu ha sottolineato che in questa particolare iconografia è rilevabile il coinvolgimento attivo, non spaventato, di Ganimede, portato dall’aquila sull’Olimpo. La studiosa ha individuato una possibile fonte iconografica nella rappresentazione del Vultur Cadens nel Dittamondo di Fazio degli Uberti. Nei testi antichi l’unica fonte cita Ganimede che cavalca l’aquila è Nonno di Panopoli (Ganfc42).
Sara Piselli