
Titolo dell’opera: orecchini con Zeus e Ganimede
Autore: anonimo
Datazione: 330-300 a.C.
Collocazione: New York, Metropolitan Museum (provenienti dalla Macedonia, Tessalonica)
Committenza:
Tipologia: orecchini
Tecnica: fusione, martellamento, cesello
Soggetto principale: Ganimede rapito da Zeus
Soggetto secondario:
Personaggi: Zeus (sotto forma di aquila), Ganimede
Attributi: aquila (Zeus)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://www.metmuseum.org/toah/images/hb/hb_37.11.8-.17_av1.jpg
Bibliografia: Alexander C., Greek and Etruscan jewelry, Metropolitan Museum, New York 1940; Richter G.M.A., L’arte greca, Einaudi, Torino 1969 pp. 139-146; Sichtermann H., ad vocem “Ganymedes” in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zurich, Munchen 1988, vol. IV, pp. 154-169
Annotazioni redazionali: Gli orecchini fanno parte di una parure proveniente dalla Macedonia, più precisamente dal quartiere di Salonikki, consistente in una collana, due bracciali con cerchi di cristallo, un anello, quattro fibbie e due orecchini. Il gioiello consiste in una palmetta con due strati di foglie e un frutto al centro, dal quale pende il gruppo con Zeus che rapisce Ganimede. L’iconografia del ratto è abbastanza tradizionale: Zeus, sotto forma di aquila, è raffigurato nell’atto di rapire il giovane Ganimede che con un braccio si regge al collo dell’animale. Di particolare interesse, invece, è la scelta di rappresentare Ganimede mentre bacia l’aquila. L’iconografia del bacio tra il giovane e il dio non è molto comune; la si trova, oltre che negli orecchini in questione, in uno specchio bronzeo conservato allo Staatliche Museum di Berlino, databile intorno al 360-350 a.C., e in un disegna cinquecentesco di Raffaello da Montelupo conservato a Oxford (Cfr. scheda opera 40). Infine, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli si trova un altro paio di orecchini con il gruppo di Zeus e Ganimede, databile intorno al 300 a.C., in cui però non è rappresentato il momento del bacio.
Claudia Porzio