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NICCOLÒ DEGLI AGOSTINI, Tutti li libri de Ovidio Metamorphoseos tradutti dal litteral al verso vulgar con le sue allegorie in prosa, Libro X

De Ganimede

Ovidio seguitando il suo poema

Dice c’havendo Orpheo fra quelle piante

Di la sua cethra larmonia suprema

Ben adattata con humil sembiante

A cantar comincio sua doglia estrema

E la passion damor suferte tante

Ma di Calliope chiese lo agiuro

E del divino Apol como e dovuto

 

Poi comincio dal titolante giove

A cantar le battaglie ad una ad una

E de tutti igiganti le gran prove

Che le maggior non fur sotto la luna

Poi del mascolin sesso le sue novembre

Fiamme damor senza travaglia alcuna

E riputando ogni altro ogetto vano

Comincio a dir dun giovane troiano

 

Un delicato et vago giovinetto

Disse cantando ne la dolce cethra

Che fu per nome ganimede detto

Nacque, che giove giacque con Elethra

De cui genero dardano il perfetto

E dardano Erithonio ilqual impetra

Lamor di Troe, di la qual Ilio nacque

E ganimede anchor come al ciel piacque

 

Questo fanciul chio dico Ganimede

Era si vago, e di tanta bellezza

Che lasso giove la divina fede

E giu discese de la somma altezza

Scordando laltre sue piu amate prede

Per adornar il ciel di tal ricchezza

E venne in forma daquila, e pigliollo

E senza duol nel suo regno portollo

 

Dove il fe suo pincerna, e servitore

Hebe privando c’havea tal offitio

Che per opporrli, e per trarnela fuore

Senza haverne cagion, ne alcuno inditio

Ne beveraggio ritrovo il suo errore

E la spoglio di tanto benefitio

Ponendo nel suo loco il giovinetto

Per piu contento, e suo maggior diletto

 

Allegoria de Ganimede

La allegoria de Ganimede rapito da Iove, et portato in cielo è che questa fabula si potria redure a singular moralità. Ma per che santoAugustino narra questa cosa nel libro De Civitate Dei percio non seria licito narrarla in altra forma. Onde lui dice che Iove fu re de lisola di Candia il quale se innamoro de Ganimede figliuolo di Troe per il che ando contra la citta dove era el detto Ganimede con grande esercito et lo hebbe per forza, e perche ne le sue bandere havea depinta una aquila per questo Ovidio fabuleggiando dice che Iove lo rapi in forma di detto uccello et portollo nel cielo.