V sec. d.C.
NONNO di PANOPOLI, Le Dionisiache, VIII, vv. 94-96; XI, vv. 134-135; XI, vv. 138-139; XII, vv. 281-282; XIX, vv. 209-213
VIII, vv. 94-96
(...) prima che io veda qui Ganimede, il coppiere di Zeus,
il mandriano dai riccioli belli, da Pergamo insediato sull'Olimpo,
porga a turno la coppa inviolata di Ebe divina.
XI, vv. 134-135
Anche Ganimede cavalca nell'etere un'aquila,
alata forma fallace di Zeus, padre del tuo Lico.
XI, vv. 138-139
Il coppiere troiano è più nobile di te,
poichè dimora alla corte di Zeus.
XII, vv. 281-282
(...) ed era un mandriano il coppiere di Zeus, lui che per le sue grazie
Zeus alto volando sollevò tenendolo con artigli riguardosi.
XIX, vv. 209-213
Marone danza mimando:
“Tralasciando il Tutto e il gran numero dei corpi astrali,
rappresentava in sapiente silenzio il coppiere del Cronide,
che porgeva a Zeus una tazza e allietava, una coppa
dopo l'altra, la schiera degli altri Immortali,
o mentre versava nel cratere la divina rugiada”.