Titolo dell'opera: Hyacinthus
Autore: Lawrence Macdonald
Datazione: 1852
Collocazione: Londra, Buckingham Palace, Royal Collection
Committenza: principe Alberto, consorte di Vittoria, regina d’Inghilterra
Tipologia: statua in marmo
Tecnica: tuttotondo
Soggetto principale: Giacinto e Apollo
Soggetto secondario:
Personaggi: Giacinto
Attributi: disco
Contesto:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Read B., Victorian Sculpture, Londra 1982, p. 132;Virtue and Vision, sculpture and Scotland 1540-1990, Catalogo della Mostra a cura di Pearson F., Edimburgo, Royal Scottish Academy, Edimburgo 1991;Davidson Reid J., Rohmann C., The Oxford Guide to Classical Mythology in the Arts, 1300-1990, New York-Oxford 1993, I, p. 582
Annotazioni redazionali: Macdonald con questa statua si rivela un esponente del tardo stile neoclassico, severo ed elegante allo stesso tempo. Giacinto è raffigurato come un bel giovane, che si è spogliato, ha annodato il suo mantello al tronco di un albero, e, rimasto nudo, si appresta ad esercitarsi nel lancio del disco, proprio come narrano le fonti. L’artista ha quindi scelto di raffigurare il giovane come un discobolo, sebbene non lo abbia immortalato nel momento del lancio, quanto piuttosto in un momento di riflessione, forse di presagio della morte imminente. Le fonti, ed Ovidio in particolare (Metamorfosi, X, 162-219), raccontano di come Apollo, innamoratosi del bel Giacinto, fosse solito trascorrere la maggior parte del suo tempo con lui, allenandosi nel lancio del disco, e di come proprio in una circostanza del genere, il dio, avendo lanciato con eccessiva violenza, uccise l’amato Giacinto, che venne poi trasformato in un fiore, il fiore del giacinto appunto, affinché ne rimanesse eterno ricordo. Nell’opera di Macdonald non vi è traccia del fiore, né si riconoscono delle ferite sulla fronte o sul capo di Giacinto, così si può pensare che si tratti di un momento immediatamente precedente al lancio fatale. Il giovane è in piedi, con lo sguardo rivolto in avanti all’imminente futuro, il braccio destro piegato, mentre con la mano si avvicina il disco al petto, la gamba destra è dritta, e sostiene il peso del corpo, il braccio sinistro è appoggiato al tronco, e la gamba sinistra è piegata. Risulta pertanto evidente la volontà da parte dello scultore di riproporre il contrapposto classico, tanto che nella resa del corpo, del volto, dell’acconciatura, sembra quasi gareggiare con i grandi maestri dell’antichità. Questa statua, in effetti, era stata commissionata per ornare, con altre opere del genere, ed insieme ad alcune riproduzioni in bronzo di originali antichi in scala ridotta, la galleria di sculture classiche ad Osborne House (Londra), voluta dal principe Alberto, il quale, appunto, commissionò questi soggetti classici a giovani scultori inglesi, allora a Roma, per intercessione di John Gibson.
Elisa Saviani