09: Giacinto e Apollo

Titolo dell'opera: Hyacinthus in florem

Autore: Hans Vredeman de Vries (?)

Datazione: 1591 ca.

Collocazione: P. Ovidius Naso Metamorphoseon, Antwerpen 1591 (presso Joannes Moretus), p. 249

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: bulino su rame

Soggetto principale: Giacinto e Apollo

Soggetto secondario:

Personaggi: Apollo, Giacinto

Attributi: arco e faretra, giavellotto, cani da caccia (Apollo)

Contesto: campestre

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia:

Annotazioni redazionali: Si trattadi una delle poche incisioni del periodo rinascimentale che raffigura il mito di Giacinto, anche se sembra che l’artista abbia comunque tenuto presenti le illustrazioni di questa vicenda apparse nelle precedenti edizioni delle Metamorfosi. Infatti, come in queste, sullo sfondo vediamo raffigurato un personaggio con dei cani al guinzaglio e un giavellotto che sembra andare a caccia per le balze montuose. Il protagonista dell’episodio è certamente Giacinto, anche se nel momento in cui si prende in considerazione il testo ovidiano, dove tale mito viene narrato (Metamorfosi, X, 162-219), ci si rende conto di come Giacinto non sia mai esplicitamente caratterizzato come cacciatore. Ovidio racconta piuttosto che Apollo, innamoratosi del giovane originario della Laconia, trascurava tutte le arti di cui era protettore, dimenticandosi del suo ruolo, ed era invece solito accompagnarlo per i monti a caccia, portandogli le reti e i cani al guinzaglio. Sembra piuttosto probabile, dato lo stretto legame che le illustrazioni hanno di solito con il testo cui si riferiscono, che l’incisore nel personaggio con i cani al guinzaglio posto sullo sfondo, abbia voluto raffigurare Apollo, dimentico appunto della sua origine divina, senza arco né faretra, mentre accompagna Giacinto a caccia. A questo punto bisogna comunque sottolineare che il racconto ovidiano non viene seguito fino in fondo dall’artista: infatti anche la morte del giovane sembra essere collegata con la caccia. In Ovidio non vi sono altri riferimenti a tale attività praticata insieme dai due, si racconta piuttosto di come Apollo e Giacinto amavano spesso allenarsi nel lancio del disco, e di come questa pratica divenne causa della morte del giovane. Giacinto, infatti, nel testo ovidiano, muore colpito dal disco lanciato da Apollo, che egli si era recato a riprendere. Nelle poche illustrazioni conosciute del mito, invece, non viene mai raffigurato il disco, né il sangue che fuoriesce dalla fronte del giovane, al contrario accanto a Giacinto si trova sempre un freccia o, come in questo caso, l’arco e le frecce di Apollo. Anche in quest’incisione, infatti, in primo piano si riconosce Giacinto a terra, privo di forze, e perciò sostenuto da Apollo, con il suo arco e le frecce poste in particolare evidenza, quasi a voler sottolineare la loro importanza ai fini della conclusione della vicenda. In generale, quindi, se ne può dedurre che gli artisti che curarono le edizioni illustrate delle Metamorfosi nel Cinquecento, nel raffigurare l’episodio di Giacinto, vollero soprattutto sottolineare come Apollo fosse la causa della morte del giovane di cui era innamorato, proprio come raccontava Ovidio, ferendolo, però, in tali illustrazioni, con una freccia durante la caccia, anziché colpendolo con il disco, come nella fonte classica.

Elisa Saviani