Titolo dell'opera: Giacinto e Apollo
Autore: Anonimo artista etrusco del IV sec. a.C.
Datazione: primo quarto del IV sec. a.C.
Collocazione: Vaticano, Collezione Guglielmi. Proveniente da Vulci.
Committenza:
Tipologia: oinochoe
Tecnica: pittura a figure rosse; h. 230 cm
Soggetto principale: Giacinto e Apollo
Soggetto secondario:
Personaggi: Apollo, Giacinto
Attributi: corona di alloro, ramo di alloro (Apollo)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Beazley J.D., Magi F., La raccolta Benedetto Guglielmi nel Museo Gregoriano Etrusco, Vaticano 1939, parte I, pp. 88-89; Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zurigo-Monaco 1990, V, 1, p. 548-549, 35
Annotazioni redazionali: Sull’oinochoe della Collezione Guglielmi si riconosce a sinistra Apollo, sul suo carro, il carro del Sole, che tiene con una mano le redini e con l’altra un ramo di alloro particolarmente vistoso, l’alloro corona anche la testa del dio, simbolo delle sue doti artistiche, ed è ancora un albero di alloro che separa i due protagonisti. A destra, infatti, si trova un’altra figura di giovane, anch'egli a torso nudo, che conduce una specie di biga tirata da due cigni, tra i loro due colli si nota la parte terminale del timone a forma di testa di vitello, paricolare assai raro. Per quanto riguarda l’identificazione del giovane che si fa incontro ad Apollo è stato proposto il nome di Giacinto, il bellissimo giovane della Laconia, per il quale il dio aveva trascurato tutte le sue occupazioni, volendo insegnargli a suonare la lira, a tirare con l’arco, a lanciare col disco, e concedendogli anche di cavalcare il suo o i suoi cigni. Secondo gli antichi il cigno era sensibile alla musica e al momento di morire emetteva un canto, tanto che secondo una leggenda l’anima del poeta trasmigrava in un cigno: quindi il cigno era un attributo di Apollo, mentre le raffigurazioni che presentano un giovane che lo cavalca, hanno fatto generalmente pensare al giovinetto da lui amato, ossia a Giacinto. Infatti, non si conosce nessun altro giovane amato da Apollo a cui nelle raffigurazioni vengano trasferiti i suoi attributi, mentre Giacinto compare talvolta anche con la lira. Inoltre Filostrato Minore, descrivendo un quadro con Giacinto, ricordava come Apollo gli avesse concesso di percorrere tutte le terre sotto la sua protezione su di un carro tirato da cigni. Perciò la raffigurazione sull’oinochoe potrebbe far riferimento a tale concessione, tramandata comunque anche da una leggenda anteriore a Filostrato. Va infine sottolineato che se si accetta l’ipotesi per cui il giovane sulla destra sia Giacinto, l’oinochoe in questione sarebbe l’unica opera antica giunta sino a noi in cui Apollo e Giacinto compaiono insieme.
Elisa Saviani