Titolo dell'opera: Zefiro e Giacinto
Autore: firmato da Douris
Datazione: 490-480 a.C.
Collocazione: Boston, Museum of Fine Arts (proveniente da Tarquinia)
Committenza:
Tipologia: coppa attica
Tecnica: pittura a figure rosse
Soggetto principale: Zefiro e Giacinto
Soggetto secondario:
Personaggi: Zefiro, Giacinto
Attributi: ali (Zefiro)
Contesto: non definito
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zurigo-Monaco 1990, V, 1, p. 549, 45
Annotazioni redazionali: Si tratta una piccola coppa decorata all’interno: circondata da una cornice a palmette è una figura alata che stringe a se un giovane mortale, e i due sembrano alzarsi in volo, mentre un motivo a palmette di dimensioni maggiori si riconosce anche sulla destra. L’inseguimento e l’unione di due giovani uomini era un motivo iconografico particolarmente diffuso nello stile severo, così potrebbe essere stata la volontà di riproporre tale motivo a favorire questa raffigurazione, che è una delle prime in cui compare Zefiro e di cui per altro non si ha alcun riscontro nella tradizione scritta dell’epoca. Il primo autore, infatti, a menzionare Zefiro, come innamorato di Giacinto, e perciò rivale di Apollo, sembra sia stato Luciano nel II sec. d.C., risulta pertanto difficile spiegare l’origine di tale iconografia, ed è per questo che, nonostante la maggior parte dei critici sia concorde nel riconoscere nei due giovani dell’opera Giacinto e Zefiro, taluni hanno supposto che possa trattarsi di Eros che si unisce ad un mortale.
Elisa Saviani