Titolo dell’opera: Meleagro e Atalanta
Autore: Paul Rubens
Datazione: 1635 ca.
Collocazione: Madrid, Museo del Prado
Tipologia: dipinto (160x263,5 cm)
Tecnica: olio su tela
Soggetto principale: caccia al cinghiale calidonio
Personaggi: Meleagro, Atalanta, cinghiale calidonio
Attributi: arco e frecce (Atalanta)
Contesto: paesaggio boschivo
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Held J. S., Rubens, Garzanti, Milano 1963, Jaffé M., Rubens, catalogo completo, Traduzione di germano Mulazzani, Rizzoli, Milano 1989
Annotazioni redazionali: La tela, ora collocata nel museo del Prado, è documentata all’Alcazar di Madrid nel 1636 e nel 1686, e citata nell’inventario di Rubens, nel 1640 come “Un grande bosco al naturale, con la caccia di Atalanta con piccole figure su tela”. Un altro dipinto di Rubens con lo stesso soggetto si trova nella Norton Simon Foundation, Pasadena (California), del 1618-19. Oltre a questo rimane un bozzetto in una collezione privata svizzera, del 1627-28 preparatorio di un’opera perduta. La scena è ambientata in un vasto paesaggio boschivo, paludoso ed ondulato, ai margini della foresta, illuminato dalla luce del tramonto. Sulla sinistra gli alberi sono più radi e si stagliano con chiarezza sullo sfondo, con i tronchi contorti e i rami frondosi, e vanno digradando in lontananza, scoprendo un terreno pianeggiante. Al centro, questo ambiente boschivo è molto più compatto e fitto, per poi levarsi maestoso sulla destra verso il margine superiore della pittura. Sempre al centro gli alberi si ritirano formando un’ombrosa cavità, che, oltre a dare una sensazione di angoscia, diviene lo sfondo sul quale si staglia la scena della caccia. Tutto questo ambiente naturale dà l’impressione di un’agitazione disordinata e i rami contorti accentuano un’espressione drammatica. La luce dorata proveniente da sinistra dà movimento alla scena e crea un’atmosfera particolare. Le figure, poste in primo piano, in confronto all’ambiente naturale, sono piuttosto piccole e quasi assorbite nei colori e nell’ombra del paesaggio. In una valletta davanti al bosco, sul lato destro, si estende un piccolo lago, di forma curva. Di fronte a questo ostacolo, alcuni cani raggiungono il cinghiale e gli saltano addosso, mentre quello cerca di scuoterli, lanciandosi dalla riva piena di canne verso lo stagno, nel quale si riflettono gli alberi.In attesa della fiera, sulla riva di fronte, a destra nella pittura, vi è Meleagro vestito solo di una pelle, pronto a colpirla con una lancia. Il massiccio animale, già ferito dietro l’orecchio dalla freccia di Atalanta, volge indietro la testa con il muso ringhiante verso i cani, ed anche verso lo spettatore. Il resto della muta segue con movimento agitato, da sinistra verso destra, saltando sopra un albero caduto che è posto in orizzontale sul terreno paludoso. Atalanta, vestita di rosso si sta slanciando in avanti, dopo aver appena scagliato la freccia al cinghiale, come si evince dall’arco ancora teso. In primo piano una sua compagna sta per saltare al di là del tronco, tenendo con la destra una lancia e sollevando con la sinistra l’abito dai ricchi colori. Si può vedere in questo dipinto come Rubens inserisca un secondo personaggio femminile, oltre a quello di Atalanta, che, nel mito greco, era invece l’unica fanciulla a partecipare alla caccia. All’estrema sinistra due cavalieri, probabilmente i Dioscuri, vestiti come Meleagro, chiudono la scena galoppando dietro i cani, con uno slancio da sinistra verso destra, accentuato dalla forma contorta dell’albero sullo sfondo.
Giulia Masone