42: Meleagro

Titolo dell’opera: La caccia di Meleagro e Atalanta

Autore: Nicolas Poussin

Datazione: 1630

Collocazione: Madrid, Prado

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela

Soggetto principale: caccia al cinghiale calidonio

Soggetto secondario:

Personaggi: Meleagro, Atalanta, compagni di caccia

Attributi: lancia (Meleagro); arco e frecce (Atalanta)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.abcgallery.com/P/poussin/poussin117.html

Bibliografia: Thuillier J., L’opera completa di Nicolas Poussin, Milano 1974, p. 117

Annotazioni redazionali:  La tela, non citata nelle fonti, nonostante l’importanza anche delle dimensioni, appartenne alle collezioni reali di Spagna, fino al 1701, nella raccolta del Buen Retiro, forse insieme alla Danza in onore di Priamo. Compare sotto il nome di Poussin soltanto nel 1794 ma l’attribuzione, accolta da Grautoff (1914), Magna (1914), Friedlaender (1915) e Blunt (1966), non è del tutto certa, tanto che il problema rimane tuttora in sospeso, in attesa di uno studio di documenti archiviali per ora non noti, ma che dovrebbero sussistere in considerazione dell’importanza dell’opera. L’iconografia che appare in questa tela non è quella tradizionale, in quanto rappresenta l’inizio della caccia, quando tutti i personaggi sono rivolti verso una stessa parte per dirigersi contro il cinghiale, di cui si capisce la posizione a sinistra, luogo verso il quale stanno indicando i cacciatori a piedi, ma che non appare. Meleagro, vestito di rosso, con la clamide in movimento, è al centro della scena, su un elegante cavallo bianco, che ha le zampe anteriori pronte a slanciarsi nella caccia. Il volto del giovane è attento e pronto, mentre la mano sinistra impugna saldamente la lancia. Dietro di lui è Atalanta, ben riconoscibile sul cavallo, con un abito azzurro, l’elmo sul capo e l’arco fra le mani. Serena e fiera rappresenta un punto stabile in una scena molto movimentata.  Intorno ai due giovani appaiono numerosi altri cacciatori, a cavallo o a piedi, con alcuni cani, in una scena tesa e preoccupata, ma ancora ordinata e non cruenta. Tutto l’episodio è pieno di dinamismo e di movimento: le figure a piedi sono proiettate in avanti, con slancio e decisione, mentre quelle a cavallo accordano i loro corpi alla tensione degli animali. Sembra una normale partenza per un’azione di caccia, in cui però si percepisce una maggiore tensione nell’agitazione dei gesti dei personaggi. Inoltre la presenza di molti cavalli ben analizzati nei loro movimenti e nello scatto delle zampe rende molto viva tutta la rappresentazione. Sullo sfondo sono inserite alcune statue di marmo a richiamare sia la classicità del mito, sia l’interesse di Poussin per il mondo classico.

Giulia Masone