13: Meleagro

Titolo dell’opera: Caccia al cinghiale calidonio

Autore: anonimo

Datazione: 150-175 ca. d.C.

Collocazione: Atene, Museo nazionale

Committenza:

Tipologia: bassorilievo su sarcofago

Tecnica:

Soggetto principale: caccia al cinghiale calidonio

Soggetto secondario:

Personaggi: Meleagro, Atalanta, cinghiale calidonio, compagni di caccia

Attributi: arco e frecce (Atalanta)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zurigo-Monaco 1992, vol. VI, 1, sub voce Meleager, p. 425

Annotazioni redazionali: Il sarcofago, proveniente da Patrasso, rappresenta l’episodio della caccia al cinghiale calidonio, colto in un momento molto difficile e drammatico. La fiera, infatti, risulta ancora nel pieno delle sue forze e si sta scagliando contro un giovane barbuto che giace a terra ferito. La scena è piena di personaggi, ognuno ben definito nel suo spazio, con caratterizzazioni distinte e con movimenti talvolta speculari, che rendono ordinato ed armonico tutto l’insieme. Partendo dal lato sinistro si vede la figura della giovane Atalanta, piegata in avanti, con uno slancio quasi contrapposto a quello del suo arco teso, pronta scagliare una freccia. Indossa un chitone leggermente drappeggiato, alti calzari, i capelli ondulati sono legati sulla nuca e porta sulle spalle la faretra. Tra le sue gambe un cane è rivolto verso il cinghiale. Al centro due eroi greci, nudi ed avvolti solo da una leggera clamide, si slanciano nella lotta con movimenti opposti, che mettono in evidenza la muscolosità dei corpi, la tensione delle  membra e la prontezza dei movimenti. Uno di essi è barbuto e tiene orizzontalmente una lancia, in un gesto usuale per la figura di Meleagro e che ha fatto pensare che lo rappresentasse. Tale interpretazione è però incerta in quanto in realtà Meleagro è sempre stato raffigurato priva di barba e pertanto più giovane. E’ molto più probabile quindi che Meleagro sia il giovane scolpito alle spalle dell’uomo ferito, con la clamide e la lancia sollevata, in quanto la mancanza della barba lo rende più vicino alla raffigurazione consueta. Oltre tutto questo giovane è anche più vicino al fulcro della scena, cioè si trova di fronte al muso del cinghiale inferocito, pronto a colpirlo con la lancia ed ucciderlo, come noto dalle fonti letterarie. Dietro il cinghiale appare un giovane che rotea un bastone ed infine, a destra, la scena è chiusa da un altro cacciatore che afferra, roteandola, una doppia ascia, con la clamide svolazzante, la gamba destra piegata, in una posizione arcuata e china in avanti che, simmetrica a quella iniziale di Atalanta, conclude la narrazione. Gli sguardi dei protagonisti, tutti rivolti in basso verso il cinghiale, dimostrano la  tensione, il desiderio di vincere ed il coraggio di ognuno di loro. 

Giulia Masone