10: Meleagro

Titolo dell’opera: Meleagro e Atalanta

Autore: anonimo

Datazione: 40-50 d.C. ca.

Collocazione: Napoli, Museo Nazionale

Committenza:

Tipologia: dipinto murale

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Meleagro e Atalanta conversano

Soggetto secondario:

Personaggi: Meleagro, Atalanta, zii di Meleagro (?)

Attributi: testa del cinghiale calidonio, lance (Meleagro); arco e frecce (Atalanta)

Contesto: scena d’interno

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.vroma.org/images/jwalker_images/jw-116.jpg

Bibliografia: Maiuri A., Pompei, Istituto Poligrafico dello Stato, Libreria dello Stato, Roma 1964, pp. 10-13, 44;  Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zurigo-Monaco 1992, vol. VI, 1, sub voce “Meleager”, p. 424; Pompei, pitture e mosaici, vol. IV, regio VI, parte I, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da G. Treccani, Roma 1993, pp. 660-662, 819-820, 853

Annotazioni redazionali: Ritrovato negli scavi di Pompei ed ora conservato nel Museo Archeologico di Napoli, l’affresco riguardante Meleagro dimostra quanto il mito dell’eroe fosse conosciuto ed amato nell’epoca romana tanto da farne oggetto di argomento per gli affreschi privati. Ne sono stati trovati in due abitazioni, il migliore, come stato di conservazione, nella Casa del Centauro, l’altro, gravemente danneggiato, in un’altra vicina a questa, che prende il nome proprio dall’eroe greco. La casa di Meleagro è situata anch’essa sulla via di Mercurio, non lontano dalle mura, in una zona che ha sempre mantenuto il carattere di zona residenziale occupata da case di alto livello. Sul fondo rosso dell’edicola, è l’affresco raffigurante Meleagro seduto a sinistra, in compagnia di Atalanta in piedi a destra, soggetto molto frequente sulle pareti di IV stile, che lo “ereditano” dalle pareti di tardo III stile. La Casa del Centauro si affaccia sulla via di Mercurio, in quella zona costruita nella seconda epoca sannitica, cioè tra il II sec. a.C. e l’inizio del primo, affrescata nel I stile pompeiano. Per quanto riguarda l’affresco di Meleagro, probabilmente questo va collocato nel periodo della ristrutturazione degli ambienti avvenuta successivamente, nel I sec. d.C., quando ormai le Metamorfosi di Ovidio avevano ampiamente fatto conoscere al mondo romano i miti greci. La scena mitologica raffigura Meleagro seduto, che tiene nella mano sinistra due lance, mentre il braccio destro è appoggiato su un marmo. Il suo sguardo è rivolto ad Atalanta, in piedi accanto a lui. La giovane indossa un leggero chitone e regge la faretra sulle spalle, mentre in mano ha due lunghe lance. Le gambe incrociate danno slancio e vivezza alla sua figura. Ai piedi di Meleagro si trovano sulla sinistra due cani, ad indicare la caccia appena conclusa, e sulla destra, quasi un trofeo, la testa del cinghiale calidonio ormai ucciso. Lo sguardo della ragazza si rivolge verso le due figure poste sulla destra dell’affresco, una delle quali la guarda con espressione incerta, mentre l’altra, seduta su un tavolo, tiene con la sinistra la spada. Probabilmente le due figure maschili rappresentano gli zii di Meleagro che, sospettosi dell’amore del nipote per Atalanta, hanno un’aria interrogativa e perplessa. La testa del cinghiale, posta in mezzo fra i due gruppi, sembra essere la chiave di volta dell’episodio, in quanto di lì a poco Meleagro la donerà ad Atalanta, suscitando l’ira degli zii e avviando, di conseguenza, la fatale vicenda che lo porterà alla morte.

Giulia Masone