07: Meleagro

Titolo dell’opera: Meleagro porta la testa del cinghiale ad Eneo

Autore: anonimo

Datazione: III sec. a.C.

Collocazione: Parigi, Louvre

Committenza:

Tipologia: incisione su specchio in bronzo

Tecnica:

Soggetto principale: Meleagro porta la testa del cinghiale Eneo

Soggetto secondario:

Personaggi: Meleagro, Eneo, Altea (o Artemide o Atalanta?), Tristezza (?)

Attributi: testa del cinghiale calidonio (Meleagro)

Contesto: scena d’interno

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Bonfante  L., An Etruscan Mirror with “Spiky Garland” in the Getty Museum, in “The Paul Getty Museum Journal” vol 8, Board 1980, pp. 147-154; Cristofani M., La scoperta degli Etruschi. Archeologia e antiquaria nel ‘700, Consiglio nazionale delle ricerche, Roma 1983, pp. 75-85, 94-102; Maggiani A., Artigianato artistico. L’Etruria settentrionale interna in età ellenistica, Regione Toscana, Electa, Milano 1985, pp. 166-167; Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zurigo-Monaco 1992, vol. VI, 1, sub voce Meleager, p. 421; Neri L., Gli specchi etruschi, G. Bretschneider ed., Roma 2002, p. 73

Annotazioni redazionali:  Lo specchio rappresenta quattro personaggi intenti in un colloquio e tratta di un episodio della storia di Meleagro, non riscontrabile nelle fonti letterarie.  All’estremità sinistra il re Eneo, incoronato, barbuto, vestito in abito lungo, seduto su una “sella curulis”, allunga la destra verso Meleagro, posto al centro, nudo, con clamide e stivali, ed ugualmente incoronato. Sulla spalla sinistra porta, come un trofeo, la testa del cinghiale ucciso. Se questi due personaggi sono chiari nella loro iconografia, non altrettanto si può dire degli altri due personaggi. Tra Eneo e Meleagro, infatti, si pone una figura femminile, nuda, coperta solo dalle ginocchia ai piedi, la cui interpretazione riesce difficile ed incerta, vi si potrebbero infatti riconoscere Altea, Atalanta e Artemide. In una copia successiva di questa immagine sono presenti le lettere “th”, grafia che può andar bene per tutti e tre i nomi delle donne. L’impossibilità di identificazione di questa, rende incerta anche l’identità della quarta figura, seduta dietro Meleagro, nell’estremità destra. Rappresenta un giovane dallo sguardo malinconico che poggia la testa sulla mano destra, mentre nella sinistra tiene il fodero di una spada. L’atteggiamento della mano e del volto farebbe pensare all’immagine della Tristezza, quasi una prefigurazione di quella che sarà la sorte di Meleagro, che comunque sarà infelice. Infatti la sua sorte fatale dipende in ogni caso proprio dalla donna centrale: se interpretata come Altea è colei che gli darà la morte; se come Artemide è la causa scatenante, insieme con Eneo che l’ha offesa, di tutta la vicenda; se come Atalanta, sarà quella che, amata da Meleagro, susciterà involontariamente l’ira degli zii e quindi, di conseguenza, tutta la vicenda che lo porterà alla morte. La scena è ambientata all’interno di un palazzo, di cui si scorge una colonna con elegante capitello ionico.

Giulia Masone