06: Meleagro

Titolo dell’opera: Meleagro dona ad Atalanta la testa del cinghiale calidonio

Autore: anonimo

Datazione: 330 a.C. ca.

Collocazione: Napoli, Museo Archeologico

Committenza:

Tipologia: anfora apula

Tecnica: ceramica a figure rosse

Soggetto principale: Meleagro dona ad Atalanta la testa del cinghiale calidonio

Soggetto secondario:

Personaggi: Meleagro, Atalanta, Eros, Afrodite, servitore, Furia

Attributi: pelle del cinghiale, clamide, calzari, lance (Meleagro)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Trendall A. D., Webster T. B. L., Illustration of Greek Drama, Phaidon, London 1971, pp. 98-99; Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zurigo-Monaco 1992, vol. VI, 1, sub voce Meleager, p. 418

Annotazioni redazionali: L’anfora, proveniente da Canosa, rappresenta nella parte superiore Meleagro, nudo, con la clamide, i calzari, la spada e due lance  tenute nella mano sinistra. Si trova a destra in piedi e tende la pelle del cinghiale ad Atalanta, vestita con il costume delle cacciatrici e con il suo cane accanto. E’ interessante notare come, nell’iconografia rappresentata, Meleagro doni alla giovane la pelle e non solo la testa dell’animale, secondo una tradizione di cui sul piano letterario non abbiamo documenti fino a Lattanzio, riportata poi da Boccaccio nella Genealogia deorum gentilium. Tra i due, in alto, appare Eros ad ali spiegate che pone una ghirlanda fra loro. Dietro ad Atalanta si vede Afrodite che ha in mano una ruota magica, forse simbolo della vita. Più a sinistra c’è seduto un servitore, quello stesso che narrerà la vicenda ad Eneo, e, dietro, una Furia, che ha nella mano destra una torcia e nella sinistra una spada. Tutta la scena dimostra l’interesse dell’artista non per la caccia al cinghiale calidonio, ma, come è frequente trovare nella pittura dei tardi vasi apuli, per il tema romantico e tragico dell’amore tra i due giovani. Questo è fortemente enfatizzato, in quanto nell’andamento della rappresentazione si alternano elementi di amore e di morte. La scena centrale, infatti, rimanda alla passione fra i due personaggi: il dono di Meleagro ad Atalanta, lo sguardo intenso fra i due, che testimonia il loro amore, la figura di Eros che libra le ali proprio al di sopra dei due giovani, in atteggiamento di protezione e di unione. Alle spalle di Atalanta, però, convergono elementi di morte: Artemide, la dea la cui ira ha scatenato tutta la vicenda funesta; il servitore, testimone della vicenda e narratore di essa; infine, più significativa di tutti, la Furia che, con in mano il tizzone, già  prefigura la conclusione della vicenda. E’ evidente che il vaso riprende la tradizione euripidea che inserisce il tema dell’amore come elemento importante nella storia di Meleagro e della caccia al cinghiale calidonio.

Giulia Masone