1522
NICCOLO DEGLI AGOSTINI, Tutti li libri de Ovidio Metamorphoseos tradutti dal litteral al verso vulgar con le sue allegorie in prosa, VIII, Venezia 1522.
DEL PORCO CALIDONIO
Mentre ch i fama tal vivea theseo
Er ben veduto da tutto il suo regnio
di Calidonia il re detto Oeneo
a pregar lo mando per un hom degnio
che lagiustassi in un suo caso reo
ilqualli era avennuto per isdegno
di dea Diana che li havea mandato
un porcco a disertarsi tutto il stato.
Questo re Oeneo molto gentile
Era, e catolico homo, e eccellente
Pietoso, humanao, benigno, e humile
E con tutti li dei buon egualmente
E tutte le sue intrate ad uno stile
Soleva dispensar continuamente
A Cere, a Bacco, e a Minerva humana
E a glialtri dei fuor chela dea Diana
Laqual per questo contra il turbata
Un porco horrendo li mando in quel loco
Che mai fiera non fu si dispietata
Et fuor de gliocchi par gettassi foco
Tal che tutta la gente spaventava
Da lui fuggiva, e non li parea gioco
Perche le piante, egli arbori seccava
La schiuma che di bocca li cascava
Haveva identi come di alephante
Et fiere, e uccelli, ehomeni uccidea
Tal che nessun li poteastar danante
Ne pur mirarlo fisso si potea
Tanto era horrendo, forte, e arrogante
E dognintorno il paese scorrea
Si che per dirvi a pien veritade
Sessun ariva uscir de la citade
DI MELEAGRO
Haveva un figlio questo re famoso
Che Meleagro fu fetto per nome
Di cor ardito, e olto valoroso
Quanto altro a sostener le martial some
Dacquistar lode, e fama disioso
Tal c’honorare harebbe mille Rome
Con le virtuti sue non sol quel regnio
Magnanimo, e gentil, saggio, e benigno
Costui vedendo il manifesto danno
Che quella horribil fiera ognihor facea
al popol suo senza curar de affanno
ne di periglio, ne di morte rea
deliberossi come i fagi fanno
seco mostrar il gran valor c’havea
e aduno feco molti cavallieri
de la cittade i piu nobeli, e fieri
Et coli anchor daltre aliene terre
Tra liquali Theseo fece venire
Chera disioso intrar in simil guerre
Come colui che e pien dimmenso ardire
Dietro il qual Perithoo par se differre
E Castor, e Poluce il franco sire
Et Iason ch’acquisto gia il vel di loro
Tanto che in tutto trentaquattro foro
Venevi ancora una gentil donzella
Laqual fu da ciascun detta Atalanta
Tanto legiadra, valorosa, e bella
Quanto altra di bellezza, e ardir si vanta
Vestita duna candida gonnella
Si che sembrava un’angoletta santa
Con un bel cercchio doro al collo bianco
E larco in mano, e la pharetra al fianco
Costei chio dico era da Laico figlia
Et fu da tutti carezzata molto
Ma sopra glialtri hauendo meraviglia
Di la sua gratia, e del suo vago volto
Mentre affilate a lei tenea le ciglia
Meleagro damor ne i lacci avolto
Lhonoro, e disse con voce pietrosa
Beato e quel che ti havera per sposa
DE LA CACCIA DEL PORCO CALIDONIO
Costor fuor de la terra insieme andaro
Et quel bosco ove il porco dimorava
Tutto di rethi intorno circondaro
Et chi qui questa, e li quella drizava
Poi tutti in ordeanza dentro entraro
Suonando corni si chel ciel tonava
Et labagliar de cani, e lanitrire
De li destrieri non si potria dire
Il porcco chera ascosto in un burone
Come di cacciatori udi’l rumore
Usci correndo a gran destrutione
Per voler dimostrar il suo furore
Ilqual vedendo il gagliardo Echione
Si li fe contra, e con molto valore
non lo stimando li trasse una lancia
Credendo certo passarli la pancia
Ma per sciagura alhor non lo toccoe
Ben chel guerrier havesse extremo ardire
Et la lancia in un arbor si fioccoe
Dapoi Iasone lo corse a ferire
E con furor un dardo li lancioe
E non loffese il valoroso dire
Ma’l fiol de amphiro per haver pregato
Phebo, percosse il porcco smisurato
Con una lancia smisurata, e strana
Di laqual senza induggia il ferro trasse
La for di modo irata dea Diana
Accio chel porco morto non ristasse
Che con furia disciolta, e inhumana
Parea col sdegno la gente guardasse
Poi corse ove hebbe visto Eupalamone
Col valoroso, e franco Pelagone
Et Eupalamon afrontato hebbe
Per modo tal che li diede la morte
Poi perchè’l tutto dir non si potrbbe
Enesimo fieri chera un hom forte
Et con furor che non si crederebbe
Casco fuggiendo per la tua mala sorte
Sopra Eupalamon sul pian disteso
Si che fu a rischio de ristar illeso
Alhora il porco a traverso la strata
E feri il bon Estor malvagiamente
El qual poi che li diede una lanciata
Da lui fuggi come un folgor repente
E senando fra quella turbba armata
Sopra dun arbor grosso, eminente
A lo qual corse il porco per pigliarlo
Ma laltra giente venne a molestarlo
Onde per questo menando fracasso
Verso dun detto Orythia se rivolse
E morto lo mando col capo basso
Che con un dente la vita li tolse
In questo il bon Polluce non fu lasso
Col prodo Castor da le forte polse
Sopra dui gran cavalli tutti bianchi
A mostrar quanto son ne larme franchi
E veramente hariano il porco morto
Fe ne la selva non si fusse ascosto
Perche come animal di questo accorto
A salti, e lanci in lei senentro tosto
Ma Thelamon alqual fece il ciel torto
Figlio di Eacho lo segui in discosto
Et cade, e seria morto a caso reo
Sel tuo fratel nol soccorrea Pelleo
Vedendo la leggiadra giovinetta
Atalanta gagliarda la battaglia
Di quella horribil fiera maledetta
Con larco in man fra la gente si scaglia
E i ficco in una orecchia una faetta
Tal che ciascun per veder si travaglia
E Meleagro che lamava molto
Vedendo il colpo si allegro nel volto
Poi disse ale compagni havete visto
La gentil dama ardita, e amorosa
C’ha fatto di lhonor del porcco acqisto
Sendo stata la prima vittoriosa
A farlo di sua man dolente, e tristo
Che la ferita e molto sanguinosa
Dila saetta fitta ne lorecchia
Inverita questa e larte sua vecchia
Quei cavallier ch’a lei stavan dintorno
udendo quel parlar si vergogniaro
parendoli ricever biasmo, e scorno
ch’una donna portassi lhonor raro
dogniun di loro, ch’e di virtute adorno
e con furor horribile, e amaro
lun agara di laltro si sforzavano
vincer il porcco, e in cerchio li saltavano
Un che fra questi era detto dracaccia
Si fece inanti e disprezzo Diana
Per dar al porcco con turbbata faccia
Ma fu la forza sua con quello vana
Unaltro cavallier di forte braccia
Antheo nomato a quella pugnia strana
Corse del porco il qual senza dimora
Li trasse cio c’havea di ventre fora
Perithoo con larmi che solea
Portar a caccia verso il porcco corse
Per dar a quel qualche ferita rea
ma lardito Theseo landar li torse
e disse a lui perchè nel li volea
tirati a dietro giovane che forse
pensi che quella sia piacevol caccia
ma e daltra forte che de li tue braccia
Coli dicendo quel guerrier soprano
larma chin man havea trasse con furia
E colse un tronco al porcco prossimano
Si che alhor non li pote far ingiuria
Iason chel vide con la lancia in mano
Venne per darli anchel qualche penuria
E volendol ferir un can percosse
E il ficco in terra qual di cera rfosse
Meleagro gentil chardea damore
Per Athalanta gratiosa, e bella
Adosso il porcco ando con gran furore
Per mostrar il suo ardir, e forza a quella
E con due haste da vir signiore
Si acosto a laspra fiera iniqua, e fella
E luna di le due li trasse in modo
Che tutta se fiecco sul terren sodo
Poi piglio laltra e con molta destrezza
In una spalla al porcco la ficcoe
Si che la dura pelle, e losso ispezza
E un gran palmo e più dentro glientroe
Tal che ogniun si stupi di sua prodezza
E il porcco stanco sul pian si sentoe
Coli ferito con si horribel cera
Che ogniun lontan li statua volentieri
Quando che Meleagro valoroso
Vide il porcco sedersul verde rezzo
Vel folto bosco tutto sanguinoso
Per la ferita che gli die riprezzo
Trasse la spada, a con cor animoso
Come colui chera a tal cose avezzo
E in presenza de tutti in la foresta
Con un riverso gli spicco la testa
Poi porto quella incima de la spata
E ad Athalanta ne fece un presente
E di la spoglia con la faccia ornata
Pel detto porcco fece finalmente
Per il che tutta quella giente armata
Lhebbe adispetto, e iniquitosamete
Dua di lor con furor presto si volsero
E ad Athalanta quella testa tolsero
DE LA MORTE DE LI CII DI MELEAGRO
Di questo caso fu molto turbato
Meleagro gentil, e con grande ira
Ver lor ando disposto porsi al prato
Tanto il suo cor per lei piagnie, e sospira
Et a un di loro con volto adirato
Si volse in men che un vento non si agira
E lo percosse con tanta ruina
Ch a terra il mando morto a testa china
Aphsipo vedendo in dubbio statua
O di far la vendetta del fratello
O di partirsi e non li bisignaua
Percio cheMeleagro uccise anchello
A Oeneo nando la nova prava
chera nel sacro tempio andato quello
e facea sacrificii a gli alti dei
che campto lhavea di tanti omei
Althea chintese e vide al suo cospetto
Portar morti i fratelli, e sanguinosi
Vuolse saper chi have si crudo effetto
Fatto ali doi germani valorosi
E chel fu meleagro li fu detto
Onde con gliocchi mesti, e lacrimosi
Di lor molto si dolse, e del figliuolo
Che percio pattiria l’ultimo duolo
DE LA NATIVITA DI MELEAGRO
Costei chio dico ne la man tenea
La vita, e morte del figluol ardito
che quando nacque per la sua forte rea
Si como era nel ciel gia stabilito
Venero in ciambra della detta Althea
Tre saggie fate con volto pudico
E disser che vogliam che sia nel mondo
Di questo bel fanciul tanto giocondo
Coli dicendo in man presero un legnio
E senza inducia lo gettor nel foco
E disser questo fanciullino degnio
Vivera tanto in questo ameno loco
Quanto il tronco, or aguccia ben lingegno
Consumarassi ardendo a poco a poco
Sopra la fiamma che tu vedi ardente
E detto cio si partir prestamente
Althea chera in la camera soletta
Come udi questo senza far dimora
Di letto si levo con molta fretta
E trasse il legnio di quel foco fora
Laqual quando la nova maledetta
Di fratelli senti chel cor gli accora
Non havendo rispetto al figlio tolse
Quel tronco come il suomal desti vuolse
DE LA MORTE DI MELEAGRO
Althea questo tition tenea ferrato
In un suo scrigno con custodia molta
Dil quel trasse, e poi lhebbe portato
Dovera il foco come pazza, e stolta
E quel volendo con volto turbato
Gettarlo sopra esso, fu danimo tolta
Perche lamor del figlio al cor li corse
Et coli ne risto gran pezzo inforse
Et hor volea, hor non volea gettare
Come colei ch’amor, e crudelitade
La combatteva au tratto, onde che fare
Saltella non sapeva inveritade
Ala fiu dopo molto dimorare
Chiuse la porta a la filial pietade
Et lo getto deliberata alhora
Che per i fratei morti el figlio mora
Come fu quel tition posto sul foco
Le vide lacrimar apertamente
Perche mal volentieri dava loco
Oprando il suo costume il foco ardente
Per questo cominciossi a poco a poco
A consumar il giovine valente
Meleagro gentil che non sapea
Qual cagion fosse de la sua vita rea
Ma per esser feroce, e molto forte
Il sir ardito non si lamentava
Anzi constante a si spietata sorte
Stringendo i denti tacito ne statua
Fin che quando se vide giunto a morte
La madre, e il padre, e li fratei chiamava
Et come hebbe da lor tolto combiato
Brugiato il tronco il spirto hebe lassato
DE LA MORTE DI ALTHEA
Quando Meleagro il tristo caso
Fu da la gente di la terra inteso
Ogniun risto com’hom ch’e senza naso
Non sapendo ch Althea lhavelli offeso
E il padre suo gia pien di duol rimaso
Con pianti sopra el figlio era disteso
Tal ch Althea biastemando el destin fello
Se uccise per dor con un coltello
DELLE SORELLE DI MELEAGRO
Di Meleagro ogni sorella ardita
Et altre assqai ch laspre nove udiro
E dela madre che s’havea di vita
Se stessa tolta con piu dun suspiro
Deliberor del mondo far partita
Et in uccelli al fin si convertiro
Salvo che gorge, e dianira accorta
Che chi e piu saggia piu dolor suporta.
ALLEGORIA DELLE COSE DETTE
La allegoria e dispositione della morte di Meleagro sina questo punto nelli antedetti versi di Ovidio parla bistorioco, perciò che così fu vero del porcco de Calidonia, e etiam fu vera ladunanza e la battaglia nel mondo che lo autore pone. Ma la battaglia nel modo che lo autore la pone. Ma chel porcco fusse mandato da la Dea diana significa perché quelli di Calidonia usavano molto il peccato della lussuria e perho dice che sprezzavano Diana dea de la castita e spesso volte aviene che cui persevera ne li peccati comuen che senti delle tribulationi e delli affanni nel mondo quando con infirmitade quando con guerre e quando con altri incendii, e ancora le fiere selvatiche sono segni di purgatione de peccati comessi, ma avendo Meleagro ucciso il porcco e anchora li suoi Cii Aplisipo e Toxeo. E essendo costoro morti Althea sua sorella si sdegnio contra el figliuolo e per farne vendetta opro tanto con arte magica che Meleagro a poco a poco si consumo e mori si come si consuma uno tizone posto sopro il foco, loquale pone Ouidio perdarli vera similitudine, Onde il padre intendendo el successo del figliuolo per dolor ne mori e Althea tarda aveduta dil suo errore com uno coltello si uccise se stessa. In modo chelle sorel di Meleagro e figliuole di Oeneo e di Althea vedendo tante sciagure fuggirono della citta e perche velocissimamente si partiro lo auttore dice chelle si cangiaro in uccelli.