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1375-1377

GIOVANNI de' BONSIGNORI, Ovidio Metamorphoseos vulgare, cap. XXII-XXX

Ed.a cura di Ardissimo E., Bologna 2001, Commissione Testi di lingua, pp. 395-401

Come Meleagro convocò la gente per andare al porco selvatico

Meleagro, figliuolo del re Oneo, vedendo in lo suo regno tanto errore divenuto, deliberò de andare a pugnare con quello porco ed a questa impresa rechiese molti nobili e valenti uomini e baroni de granne affare, fra lli quali invitò Teseo, re de Atena, ed anche invitò Periteo. Costoro erano grandissimi soi amici, ed anche ci chiamò Castore e Polluce, de li quali l’uno era ottimo combattetore a ppè e l’altro a cavallo; ed anco c’invitò Iason, ed anche due suoi zii, fratelli della madre de Meleagro e molti più per numero trentaquattro, fra lli quali ci fu chiamata madonna Atalanta, vergene, figliuola de Tacco. Ed era una bella vergine, e venne costei molto adorna con uno cerchio d’oro intorno al collo e con li capelli legati de dietro, ed aveva a llato el trucascio con molte saette e dall’altra parte aveva l’arco. Ed era questa donna fatta a forma che tu averesti ditto: “Ora è femina, ora è uomo”, la quale, sì come Meleagro la vidde, se ‘nnamorò fortemente e disse così: “Beato sarà colui el quale te averà per moglie”. Ma per la subita partita della ‘mpresa, che aveano a ffare, non li podé più dire altro.

Come Meleagro andò con li richiesti soi contra’l porco salvatico

Apparecchiati tutti questi convocati se partiero ed andaruno alla selva dov’era el porco salvatico, e tali erano che tendeano le reti, e tali erano che adizzavano li cani In quello luoco era una valle concavata piena de salci e de olmi e d’altre erbe, el porco, sentendo costoro, uscì fuora con tanto furore e con sì grandi strida, sì come cadesse una fulgura delli nuvoli intanto che spezzava li arbori. Allora la gente tutti lassaro li cani, ma la bestia tutti li uccideva; allora venne innanzi uno chiamati Echion e gittò una lancia, ma non lu toccò e percosse in uno arbore; poi venne Iason con tutte le sue forze, lanciò el dardo; ed elli stava in luoco che per terreno li avanzava e per tutto ciò non lo toccò. Allora se mosse Mossus, figliuolo de Diansicis, e sì pregò lo dio Febo che lli desse grazia, sì ch’elli el potesse percuotare e, lanciata che ave la lancia sì el percosse, ma la dea Diana prese lo ferro de quella lancia sì che, credendoli costui dare ad avere ferito, egli diede con l’asta senza ferro. Allora el porco se mosse ad ira e reguardava alla gente con grandissimo impeto e furore, e corse fra la gente da quella parte dov’era Ipalames e Pelogie con granne compagnia, ed andò al ditto Ipalames e sì l’uccise con grande impetu, e tutti li soi compagni fuggeruno. Nescio, figliuolo de Iperonte, voleno fugire, cade sopra’l corpo de Ipalames, allora el porco traversò e ferì Nestor, el quale, lanciata che ave la lancia per paura così ferito fugì e salì su in una cerqua. Allora el porco volse percuotere l’arbore e non poddé per la prescia della gente, e traversò verso uno chiamato Acoteria e sì l’uccise. Ma intanto sopravenne Castor e Polluce su in doi cavalli bianchi, e veramente l’averiano morto, se non fosse che’l porco se nascose nelle selve e non lu potero seguitare. Ma Talamone, figliuolo de lo re Eaco, seguitandolo, sì cadde e saria morto se non fosse Pelleo, suo fratello, che’l soccorse.

Come Atalante ferì el porco e Meleagro l’uccise e donò la testa ad Atalante

Vedendo Atalante così fatta pugna, prese una saetta e tirando l’arco ferì el porco nella orecchia ed um poco de sangue ne uscì, e non s’alegrò tanto de questo Atalante, quanto che fece Meleagro, el quale era de lei innamorato, e cominciò a gridare: “Ecco che questa donna l’ha ferito, in verità che degna cosa è ch’ella ne abbia lo onore”. Ed allora tutti coloro che stavano lì comincioruno a vergognarsene ed arrosciare, e tutti se sforzaruno per uccidere’l porco, ma uno impediva l’altro perchè ognuno voleva lo onore, fra li quali venne Anceo d’Arcadia e tolse un’arme con due tagli en mano e fecesse beffe degli altri, ed anche spregiò Diana dicendo: “Vogliate voi o on, ed anche voglia o no Diana, io ucciderò questo porco”. E fattosi innanzi, el porco prese Anceo e trasseli ciò che aveva in corpo Poi vene Periteo con l’arme, la quale elli portava a ccacciare per percuoterlo, ma Teseo, el quale l’amava più che sè medesimo, sì lo ritenne dicendo: “Licito è de dar luoco alli forti”. Allora Teseo gittò el suo venaculo, ed averialo ferito se non fosse el ramo de uno arbore che ricevé el colpo; poi venne Iason e volendolo percuotere, sì percosse uno cane e sì el ficcò con la lancia in terra. Intanto Meleagro, vedendo intorno al porco l’insidie, se fece innanti per amore de Atalante e gettò due aste; una se ficcò in terra e l’altra se ficcò dalla parte dritta del porco. El porco encrudelì e, operando de trarse l’aste de dosso, allora gionse Meleagro e gettò un’altra lancia e tutti li soi cittadini allora s’aralegraro ed andaruno a llui per toccarlo. Essendo così ferito, el porco se puse a sedere in terra e nullo era ardito de appressarseglie. Allora Meleagro andò e sì mozzò el capo al porco, el quale capo presentò ad Atalante, sì perch’ella l’aveva daprima ferito ed anco perch’elli era de lei innamorato, poi lo scorticò ed anche ad Atalante donò el cuogio, per la qual cosa la donna molto s’arelegrò sì per lo onorevole presente ed anche per amore de Meleagro che lli donava.

Come Meleagro uccise Pelipes e Teseo sue zei

Meleagro donò la testa ad Atalante, e ciò fece più per amore che per onore dalla prima ferita che Atalante aveva data al porco, onde li baroni che erano in la caccia de ciò aveano invidia e biasemaro molto Meleagro, spezialmente doi zei de Meleagro, cioè Pelipes e Teseo, e parea che se convenisse che Meleagro la dovesse donare a lloro, unde andaro e tolsero alla donna el capo di quello porco. Vedendo Meleagro ch’elli aveano offesa l’amica sua, se mosse ad ira con grandissima furia sopra de Pelipes e sì l’uccise. Teseo, vedendo questo, stava in dubio di far vendetta del fratello o de partirse, ed allora Meleagro el tresse di quel dubbio perciò che ancora uccise lui. Le novelle andaruno alla città, sì come Meleagro aveva ucciso el porco, e per queste novelle Altea molto se ralegrava, sì per lu porco ch’era morto e anche per lu figliuolo che ne aveva auto onore, e sì andò con granne alegrezza a sagrificare alli dii.

Come Altea se lamenta per la morte delli fratelli

Facendo Altea li sacrificii alli dii ed andando cantando per la via della città, guardò e vidde li doi soi fratelli, li quali erano arrecati morti in la terra, e subito l’alegrezza se convertì in pianto, e vestìse de vestimeni scori ed adomandava chi li aveva morti, e nisuno li lo voleva dire. A l’ultimo seppe sì come l’avea fatto Meleagro ed udì la cagione perché. Allora incominciò fortemente a piagnere sì per l’amore delli fratelli, sì per la perdizione del figliuolo; onde ne l’animo suo propuse de ciò far vendetta per ciò ch’ell’avea nelle sue mani la vita e la morte del figliuolo.

Come Meleagro fu fatato

La cagione perché Altea potea far morire el figliuolo, è questa. Quando Meleagro nacque, vennero a casa d’Altea tre fati, li quali dissero: “Che volemo noi che sia de costui ch’è nato?”E così dcendo presero um pezzo de legna e puserlo sullo fuoco e dissero: “Questo figliuolo viverà tanto quanto starà questo legno a consumare”, e se partiero. Allora Altea, ciò odendo, se levò de letto e prese quello tizzone ed involselo in uno panno e sì el repuse in uno fidato scrigno, e questo non sapea persona alro che lei.

Come morì Meleagro

Udito che ave Altea la morte de’ fratelli e fatto che fu el lamento, fu mossa ad ira e fece accendere un gran fuoco, e prese al tizzone ch’avea in lo scrigno, el quale aventò quattro volte per gettarlo su lu fuoco e quattro volte se ritenne, perciò che da una parte combattea l’amore delli fratelli e dall’altra parte combattea l’amore del figliuolo. E mo era irata e mo se umiliava, e mo piangea e mo cessava el pianto, unde custei era gettata dalla fortuna com’è gettata l’acqua del mare dalli contrari venti. Ma consideranno che quelli due fratelli li erano meglio che un solo figliuolo, sì tolse el tizzone e volealo gettare in lo fuoco, e sì chiamò Eumenides, cioè Megera, Tesifone ed Alletto, le quali hanno proprietade de indurre le pestilenze, poi chiamò li fratelli dicendo: “Sentite e sappiate el mio officio”. Ma dicendo questo, l’amore maternale impugnava e fu granne battaglia fra uno amore e l’altro, onde volea gettare el tizzone in lo fuoco, e non potea perché da una parte combatteano le ferite de’ fratelli e dall’altra combattea l’amore del figliuolo. A ultimo l’amore maternale fu vento e prese quello tizzone e gitòlo nel fuoco; allora fu veduto quello tizzone che lacrimava, el fuoco non l’ardea volentieri. Ma essendo accesa la stipa, Meleagro non sapendo di questa cosa alcuna, cominciò tutto ad ardere, sì come ardea quello tizzone, e sentiva gran dolore, ma tanta virtù era en lui che sostenea e non se lamentava, e cominciò a chiamare li fratelli, el padre e la madre. Ma come crescea el fuoco in quello tizzone, così crescea el fuoco in lui, a l’ultimo come quel tizzone fu consumato, così fu consumato e morto Meleagro.

Allegoria e sesta trasmutazione de la morte di Mileagro

Fine a questo ponto nelli anteditti capitoli Ovidio parla istoriografico, perciò che così fu vero dello porco de Calidonia e vera fu l’adunanza e la battaglia per lu modo che l’autore la pone. Ma che’l porco fosse mandato dalla dea Diana, ciò significa che quelli de Calidonia operavano ogni scelerato peccato de lussuria e perciò dice che spregiavano Diana, dea della castità. E spesse volte avvenne che chi persevera nelli peccati conviene che senta delle torzioni e delli affanni nel mondo, quando con guerre ed anche con fiere selvatiche, sonno segno de purgazione delli peccati commessi. Ma avendo Meleagro ucciso el porco ed anco li soi zei, cioè Pelipes e Teseo – e nota che non fu quel Teseo che scampò del laberinto, ma fu un altro che così avea nome – ed essendo costoro morti, Altea, sua madre, indegnò contra’l figliuolo e sì n’andò in su en una alta rocca e lì constrense l’arte magica, per modo che a ppoco a ppoco se consumò e morì, sì come se consuma un tizzone al fuoco, el quale Ovidio pone per darli vera similitudine.

 

Come morì Altea, madre de Meleagro

Sì come fu per la terra nota la morte de Meleagro, tuto el populo cominciò a piangere perciò che lli huomini e le donne aveano in lui gran confidanza; lu padre cominciò a voltarse per terra come uno pazzo, ma Altea, conoscendo che avea fatto male, prese uno coltello e sì se uccise. Le sorelle s’attristaro tanto che non se porria dire né contare, e tutta gente facea infinito lamento e pianto.

 

Come le sorelle fuoruno convertite in uccelli

Le sorelle de Meleagro piansero oltre mesura, per lo qual pianto se convertiero in uccelli salvo che due sorelle, cioè Giordia e Deianira, la quale fu moglie de Ercule. Ma fatto questo Teseo, el quale fu a quella caccia, repatriò e tornò a casa sua, cioè ad Atena, ma prima ch’elli giognesse se scuntrò en lu fiume Achelao.

 

Allegoria e settima trasmutazione delle sorelle de Meleagro in uccelli

Udita che avero quella novella le sorelle de Meleagro, dice l’autore ch’elle fuoro convertite in ucelli e ciò s’intende che, udita che coloro avero la vovella del fratello ch’era morto e come la madre loro se medesima s’era uccisa, e come el padre loro per dolore era morto, e la città loro rinovata de nuova signoria, per dolore se partieruno e fuggerono per tema della morte. E perché el loro andamento fu subito e veloce, perciò l’autore dice ch’elle se convertieruno in uccelli.