BOCCACCIO, De casibus virorum illustrium
Testo tratto da: Boccaccio, Tutte le opere, vol. IX, a cura di Branca V., Mondadori, Milano 1983, p. 65
Già avevo predicato contro la credulità precipitosa, ed avevo intenzione di cercare altri sventurati, quando si radunò una vera folla di piangenti che non avevo chiamato. Innanzi a tutti con la faccia crudelmente graffiata, scarmigliata, vestita a lutto, e piangendo a dirotto, riconobbi Altea, che lamentava i fratelli di Toseo e Plesippo uccisi da suo figlio Meleagro, e lui cremato per un fatal tizzone gettato sul fuoco, e lei a causa di ciò esser venuta a morte.