37: Dedalo e Icaro

Titolo dell'opera: Dedalo e Icaro

Autore: Orazio Riminaldi (attribuito)

Datazione: 1630/31

Collocazione: Hartford, Wadsworth Atheneum

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica:

Soggetto principale: Dedalo mette le ali ad Icaro

Soggetto secondario:

Personaggi: Dedalo e Icaro

Attributi: ali (Icaro)

Contesto: luogo chiuso

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Gregori M., Note su Orazio Riminaldi e i suoi rapporti con l’ambiente romano, in Paragone, XXXIII, Firenze 1972, pp. 35-66; Percy A.- Lurie A.T., Barnardo Cavallino of Naples, Meriden  Connecticut) 1984, p. 236; The Oxford guide to classical mythology in the arts 1500–1990, University Press, Oxford 1993, p. 588.

Annotazioni redazionali: Orazio Riminaldi è un pittore vicino ai modi caravaggeschi e attento alle novità lanfranchiane. Gregori legge questo “Dedalo e Icaro” come un dipinto paradigmatico utile per valutare l’eccellenza a cui arriva il Riminaldi ma anche per l’esibizione di una bellezza esibita e libertina vista dal naturale ma tuttavia scelta che si rifà a quello che succede contemporaneamente nella pittura toscana. L’opera di Riminaldi risale a quel alternarsi tra naturalismo e implicazioni auliche proprie del Vouet a cui l’artista pisano deve molto. L’insegnamento di Caravaggio lo si legge dalla resa coloristica dei corpi. Anche qui come in van Dyck (Cfr. scheda opera 36) la scelta del pittore cade sul momento in cui Dedalo fissa le ali al figlio seguendo il testo ovidiano.

Daphne Piras