25: Dedalo e Icaro

Titolo dell'opera: Caduta di Icaro

Autore: Orazio Samacchini

Datazione: dopo 1557

Collocazione: San Secondo, Rocca dei Rossi, Sala dei Giganti

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: affresco

Soggetto principale: caduta di Icaro

Soggetto secondario:

Personaggi: Dedalo e Icaro

Attributi: ali (Dedalo e Icaro)

Contesto: all’aperto, marino

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Cirillo G.- Godi G.- Basteri M.C.- Rota P., La Rocca dei Rossi a San Secondo, Parma 1995, pp. 133-148; Basteri M.C., La Rocca dei Rossi a San Secondo. Un cantiere della grande decorazione bolognese del Cinquecento, Parma 1996; Pierguidi S., San Secondo – Rocca di Rossi, in L’arte delle Metamorfosi, Decorazioni mitologiche del Cinquecento, a cura di Cieri Via C., Roma 2003, pp. 332-334.

Annotazioni redazionali: La decorazione fu commissionata da Troilo Rossi, terzo marchese di San Secondo con il proposito di emulare il Palazzo Farnese di Caprarola. La struttura decorativa della Stanza dei Giganti risulta essere molto elaborata con una fantasiosa partitura manierista di mensole, panneggi, mascheroni. Samacchini in questa sala da prova di una strabiliante cura disegnativa ispirandosi ai motivi di Parmigianino e Tibaldi, portando in luce anche una delle componenti basilari della sua formazione, la scuola fiorentina di Bronzino e Salviati.  Al centro è Giove che abbatte i Giganti e negli altri quattro quadri riportati sono raffigurati: Minerva che aiuta Prometeo a rubare il Fuoco e il supplizio di Prometeo, la Caduta di Icaro, la Caduta di Fetonte e Apollo che saetta i Greci. Il programma iconografico si inserisce nel filone delle decorazione dedicate alla punizione divina contro i temerari e i superbi. Dedalo è in primo piano con il corpo rivolto verso lo spettatore e la testa rivolta indietro, l’ala destra copre il volto di Icaro che ormai senza ali sta precipitando. Seguendo il testo di Ovidio, Samacchini rappresenta il momento in cui Dedalo ancora non si è accorto della tragedia. Sullo sfondo di intravede una città su l’isola di Creta, la costruzione più grande potrebbe essere la rappresentazione del labirinto da cui i due fuggono.  

Daphne Piras