
Titolo dell'opera: Caduta di Icaro
Autore:
Datazione: 100/150 d.C.
Collocazione: Musée de Vidy, Losanna
Committenza:
Tipologia: scultura
Tecnica: disco bronzeo in rilievo
Soggetto principale: Icaro cade nel mare a causa dello scioglimento delle ali, Dedalo vola ancora ignaro della tragedia.
Soggetto secondario:
Personaggi: Dedalo, Icaro, Sole, Nettuno
Attributi: ali (Dedalo e Icaro), raggi solari (Sole), urna fluente (Nettuno)
Contesto: paesaggio marino
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Berard C., Une Représentation de la chute d’Icare à Lousanna, in Zeitschrift für schweizerische archäologie und kunstgeschichte, 23, Basilea 1963, pp. 1-9;Berard C.- Hofstetter M., Dédale et Icare: tradition ou renouveau?, in Actes du V Colloque international sur les bronzes antiques Lausanne mai 1978, Losanna 1979, pp. 121-126; Nyenhuis J.E., ad vocem “Daidalos et Ikaros” in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae (LIMC), Artemis, Zurigo-Monaco 1986, vol. III, tomo I, p. 319.
Annotazioni redazionali: scoperto nel 1960 presso gli scavi nel villaggio romano di Losanna diretti dal dottor H. Bögli. Le ricognizioni archeologiche hanno dimostrato che il luogo dove questo disco è stato ritrovato doveva trattarsi di un quartiere di ricchi commercianti. Probabilmente questo prezioso oggetto fu nascosto frettolosamente verso il III secolo all’epoca di un attacco degli Alemanni che costituisce un termine ante quem. Questo disco, perfettamente circolare del diametro di 11,8 cm. ben conservato, è in bronzo colato e, a seconda delle parti, è lavorato in basso e alto-rilievo. L’utilizzo del bulino e dello scalpello è visibile per le teste dei personaggi e per le ali. Nel mare dove Icaro è precipitato sono presenti punzonature. È presente un lavoro di cesellatura per creare le incisioni dove sono state inserite foglie d’argento su alcune parti del rilievo: i raggi e la tunica del Sole, le piume superiori delle ali di Dedalo e Icaro e la parte alta del drappo di Nettuno. Le tracce di argento sono andate per la maggior parte perdute, rimangono nelle piume dell’ala destra di Dedalo. Icaro è rappresentato imberbe come un efebo, l’ala destra è staccata. Data la posizione di Icaro, l’artista non ha potuto raffigurare il piede e la gamba destra. Il corpo rappresentato in caduta si trova in una posizione di assenza totale di equilibrio. Dedalo è rappresentato barbuto come un uomo di una certa età; il corpo è in volo di faccia, la testa è a tre quarti. La muscolatura è marcata nella parte alta del busto; la figura risulta agile nel volo. Nettuno è raffigurato come un vecchio vigoroso, con abbondante barba e capigliatura come solitamente vengono raffigurate le divinità marine e fluviali. Il braccio destro è piegato e sorregge la testa mentre la mano sinistra poggia su un vaso da cui esce l’acqua. Assume una posizione semi-reclinata che segue la curvatura del disco. Il busto è nudo e presenta una possente muscolatura. Come in Dedalo, la bocca è nascosta dai baffi mentre il naso è molto marcato. In antitesi al Sole, l’artista aggiunge in modo insolito Nettuno; l’urna fluente è un attributo caratteristico delle divinità fluviali senza la quale presso i Romani sarebbe stato il dio di tutte le acque. Berard nel 1963 interpretava l’insolita aggiunta come una negligenza di un artista provinciale ispiratosi a un dio fluviale visto in qualche altra rappresentazione. Di certo la presenza di questo dio fluviale non è necessaria ai fini della comprensione della rappresentazione, difatti il mare è rievocato da una serie di piccole linee ondulate che suggeriscono le onde. Sembra una figura inutile, a Pompei è presente la figura di Nettuno (Cfr. scheda opera 09) ed è chiaro che la figura del dio del mare assume in questo mito un significato chiaro. Ma questo dio fluviale non può essere insignificante, gli dei fluviali sempre hanno un carattere geografico e topografico, servono a localizzare gli episodi mitici. Nel medaglione di Losanna il dio fluviale trasferisce l’episodio, il contesto archeologico aiuta a identificare questa personificazione con il Rodano. Il Nettuno rappresenta il mare, l’acqua, i laghi e anche i fiumi, ma solo il dio fluviale è personalizzato. Del Sole è presente solo in busto, il corpo è nascosto dall’ala sinistra di Dedalo; il viso è imberbe e la testa è circondata dai raggi che lo caratterizzano come tale. Il Sole come Nettuno sono indifferenti al dramma che si sta compiendo. Probabilmente l’artigiano, impossibilitato a rappresentare la quadriga del Sole, sceglie questo busto frequente nel repertorio dell’iconografia locale. Le proporzioni scelte dall’artista risultano troppo grandi per lo spazio a disposizione, e il tutto sembra mancare di armonia. Il disco presenta una dedica ai Suleviae che menzionano Dedalo ed Icaro, la famiglia celtica si era adeguata a questa leggenda conferendo i nomi dei due protagonisti a due dei suoi cittadini all’estero. La coesistenza a Losanna di un’iconografia rara e di questa iscrizione fa pensare alla realizzazione di questo medaglione secondo un rapporto stretto tra artigiano e committente, probabilmente il committente fa parte di quella parte di società rappresentata dai ricchi commercianti, viaggiatori che venuto a conoscenza di questa iconografia pretende di localizzarla a Losanna. Il tema della caduta di Icaro è molto raro e non ci sono reperti archeologici adatti per essere paragonati a questo disco. Il tema della caduta è ellenistico mentre la provenienza della composizione potrebbe essere italiana (campana per esempio), sicuramente il disco fu colato in Gallia. L’arte gallo-romano ebbe contatti con l’arte ellenistica a partire da Traiano. I tipi sono ellenistici ma la fattura è indigena, ne sono prova la mancanza di equilibrio, l’imprecisione dell’anatomia e della muscolatura. L’iconografia della caduta di Icaro in Gallia è unica in questo esemplare.
Daphne Piras