1585
GIORDANO BRUNO, Gl’eroici furori, sonetto all’interno
Poi che spiegat'ho l'ali al bel desio,
quanto più sott'il piè l'aria mi scorgo,
più le veloci penne al vento porgo:
e spreggio il mondo, e vers'il ciel m'invio.
Né del figliuol di Dedalo il fin rio
fa che giù pieghi, anzi via più risorgo;
ch'i'cadrò morto a terra ben m'accorgo:
ma qual vita pareggia al morir mio?
La voce del mio cor per l'aria sento:
«Ove mi porti, temerario? china,
che raro è senza duol tropp'ardimento»;
«Non temer (respond'io) l'alta ruina.
Fendi sicur le nubi, e muor contento:
s'il ciel sì illustre morte ne destina».