I sec. d.C.
IGINO, Fabulae, 39-40, 44, 143, 174
39 Daedalus
Daedalus Eupalami filius, qui fabricam a Minena dicitur
accepisse, Perdicem sororis suae filium propter artificii
invidiam, quod is primum serram invenerat, summo tecto
deiecit. ob id scelus in exilium ab Athenis Cretam ad
regem Minoem abiit.
Dedalo
Dedalo, figlio di Eupalamo, che a quanto si dice aveva ricevuto la sua abilità da Minerva, gettò dall’alto del tetto il figlio di sua sorella, Perdice, geloso della sua bravura, poi che era stato lui a inventare per primo la sega. Per questo delitto, fu mandato in esilio da Atene a Creta, presso il re Minosse.
40 Pasiphae
Pasiphae Solis filia uxor Minois sacra deae Veneri[s]
per aliquot annos non fecerat. ob id Venus amorem
infandum illi obiecit, ut taurum illa amaret. In hoc
Daedalus exul cum venisset, petiit ab eo auxilium. is ei
vaccam ligneam fecit et verae vaccae corium induxit, in
qua illa cum tauro |quem ipsa amabat| concubuit. ex quo
compressu Minotaurum peperit capite bubulo parte
inferiore humana. tunc Daedalus Minotauro labyrinthum
inextricabili exitu fecit in quo est conclusus. Minos re
cognita Daedalum in custodiam coniecit. at Pasiphae eum
vinculis liberavit. Itaque Daedalus pennas sibi et Icaro filio
suo fecit et accomodavit et inde avolarunt. Icarus altius
volans, a sole cera calefacta, decidit in mare quod ex eo
Icarium pelagus est appellatum. Daedalus pervo lavit ad
regem Cocalum in Siciliam. - Alii dicunt Theseus cum
Minotaurum occidit Daedalum Athenas in patriam suam
reduxit.
Pasifae
Pasifae, figlia di Sole e moglie di Minosse, per molti anni non fece sacrifici alla Dea Venere; per questo motivo, Venere le ispirò un amore mostruoso, sicché cominciò ad amare in modo anormale un toro che le era caro. Quando Dedalo arrivò esule a Creta, le chiese aiuto e in cambio fece per lei una vacca di legno e la rivestì della pelle di una vacca vera, sicché, entrandovi, Pasifae poté giacere col toro. Da questo amplesso partorì il Minotauro, che aveva la testa di un toro e la parte inferiore umana. Dedalo costruì per il Minotauro un labirinto dall’uscita introvabile, in cui venne rinchiuso il mostro. Minosse, venuto a conoscenza di tutta la faccenda, gettò Dedalo in prigione, ma Pasifae lo liberò dalle sue catene; allora Dedalo fabbricò delle ali, le adattò a se e a suo figlio Icaro e i due fuggirono da Creta volando. Ma poi che Icaro volle salire troppo in alto, Sole sciolse la cera e il ragazzo precipitò nel mare, che da lui fu chiamato Icario. Dedalo arrivò in volo presso il re Cocalo, nell’isola di Sicilia. Altri dicono che, quando Teseo uccise il Minotauro, riportò Dedalo ad Atene, la sua patria.
44 Cocalus
Minos quod Daedali opera multa sibi incommoda acciderant
in Siciliam est eum persecutus petiitque a rege Cocalo ut sibi redderetur.
cui cum Cocalus promisisset et Daedalus rescisset ab regis filiabus
auxilium petiit. illae Minoem occiderunt.
Cocalo
Minosse, che per colpa di Dedalo aveva subito molti danni, lo inseguì fino in Sicilia e chiese al re Cocalo che glielo consegnasse. Cocalo promise di farlo, ma Dedalo lo scoprì e chiese aiuto alle figlie del re, che uccisero Minosse.
143
(…) Daedalus Eupalami filius Perdicem sororis suae filium
propter artifici invidiam.
143
Dedalo, figlio di Eupalamo, uccise Perdice, figlio di sua sorella, perché era invidioso della sua abilità.
174
(...) Perdix Daedali sororis filius
circinum et serram ex piscis spina repperit. Daedalus
Eupalami filius deorum simulac[h]ra primus fecit.
174
Perdice, figlio della sorella di Dedalo, inventò il compasso e la sega, traendole da una lisca di pesce. Dedalo, figlio di Eupalamo, fu il primo a fare simulacri degli Dèi.