15: Cefalo e Procri

Titolo: Morte di Loth (Procri)

Autore: 

Datazione: 1405 ca.

Collocazione: Londra, British Museum, manoscritto dell’Èpître d’Othéa di Christine de Pisan, MS. Harley 4431, f. 129v

Committenza:

Tipologia: illustrazione

Tecnica: miniatura

Soggetto principale: Cefalo, tenendo una lancia in mano, si avvicina al cespuglio in cui è nascosta Loth/Procri, colpita a morte da una lancia

Soggetto secondario:

Personaggi: Cefalo, Loth/Procri

Attributi: lancia (Cefalo); lancia (Loth/Procri)

Contesto: bosco

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Campbell P.G.C., L'Epitre d'Othea: etude sur les sources de Christine de Pisan, Champion, Parifi 1924;Lavin I., Cephalus and Procris, transformation of an Ovidian myth, in “Journal of the Warburg Institute”, 17, 1954, pp. 260-286

Annotazioni redazionali: la maggior parte delle testimonianze artistiche relative al mito di Cefalo e Procri attestate in età medievale sono costituite da una serie di miniature illustranti l’Èpître d’Othéa di Christine de Pisan, opera pubblicata per la prima volta intorno al 1400. Nel testo moralizzante (Ceffm12), l’autrice, cercando un parallelismo tra mito antico e etica cristiana, accusa Loth (questo è il nome della moglie di Cefalo nella versione del mito riportata nell’Èpître) di aver peccato di gelosia e di essere stata dunque punita con la morte. Nelle miniature analizzate da Irving Lavin nel suo studio del 1954, sono state individuate due diverse tipologie iconografiche per la scena della morte di Loth/Procri: la prima in cui, come in questo caso, il tragico evento viene rappresentato da solo, la seconda in cui è invece corredato da altri episodi narrati nel testo (Cfr. scheda opera 18). Nella miniatura qui in analisi, un uomo in abiti medievali, Cefalo, si avvicina ad un cespuglio, dietro al quale è nascosta una donna trafitta da una lancia, Loth/Procri. Nell’immagine sono raffigurate due lance, una nel ventre di Procri, l’altra nella mano di Cefalo. Anche in alcuni vasi classici Cefalo era stato raffigurato con due lance (Cfr. scheda opera 01) ma, mentre in quel caso era stata ipotizzata l’esistenza di una fonte andata perduta che spiegasse questo dettaglio, qui ci troviamo di fronte a un caso diverso, poiché il testo di riferimento parla di un’unica lancia. L’ipotesi più plausibile è che in realtà la lancia raffigurata sia sempre la stessa e che attraverso l’espediente della duplicazione il miniatore avesse voluto esplicitare il ruolo di Cefalo, artefice – seppur inconsapevole – della morte di Loth/Procri. A riprova di questa lettura, Campbell (1924) individua un’altra miniatura, conservata nel Ms. Fr. 606, f. 38v nella Biblioteca Nazionale di Parigi, che presenta una costruzione della scena identica a questa salvo per la lancia tenuta in mano da Cefalo, assente in questa seconda raffigurazione. Data la forte somiglianza e la differente cronologia delle due immagini (la miniatura parigina è datata al 1412 ca.), Campbell ha ipotizzato che potessero trattarsi dell’originale e di una copia; se così fosse, il miniatore del Ms. Fr. 606 si sarebbe limitato ad eliminare un elemento superfluo ai fini della narrazione.

Roberta Talone