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1375-1377

GIOVANNI de’ BONSIGNORI, Ovidio Metamorphoseos Vulgare, capp. XLVIII, L-LVI

Tratto da:Giovanni Bonsignori, Ovidio Metamorphoseos Vulgare, ed. a cura di E. Ardissimo, Commissione per i testi di lingua, Bologna 2001

Narratione de Cephalo. Cap. XLVIII

Facta la matina Eliton e Burin se levaro per tempo & haveano grande fame: & si domandaro Cephalo & disse bono e che noi andiamo al palazzo del Re: & cussi andando si scontraro in Focho terzo figliolo de lo re Eacho: el quale honoratamente li meno nel palazzo & disse a loro lo re non e anchora levato: ma presto si levara. Thelamon & Peleo cioe glialtri doi figlioli de lo re andaro per la cita: & fecero atento el popolo che dovia andar con loro: puoi tornaro a casa & puossesi ad seder: & stato alquanto Focho guardo ad uno bastone: el quale Cephalo havia in mano & riguardandolo focho si disse a Cephalo: Io mi son sempre delectato in chaciare & pero non vi meravigliate sio guardo quel bastone & non so di che legno si sia: percio chel non e di frasine: ne di fagio ne di cervio percio che saria nodoso. Onde io me meraviglio pero chio non viti mai si bello bastone. Cephalo disse versome questo bastone e meraviglioso percio che gli ha questa proprieta che cio che li domandi se ha per vertu sua: & sempre percote dirieto & per se ritorna: & alhora Focho disse O signore dice teme chi videte questo bastone: & la cagione perche ha questa proprietade. Alhora Cephalo rispose dapoi che tu hai desiderio di sapere questo io te diro come el fato sta: Intanto che lo resara levato.

 

Cap. L

Cephalo prima che li cominciasse adire: Con molti suspiri & lachrime in tale forma incomincio e disse: figliolo mio quando me ricordo di questo bastone mi fa piangere & suspirare: & se vivesse mille anni sempre questo me intravegneria ricordandomi: percio che con questo bastone io perdete la donna mia: & dei saper chio hebe una donna chiamata Procris: laqual fo figliola de Eritheo & fo sorella de Orithia: la qual fo rapita piu da Boreas & inverita io credo che per bellezza costei dovia essere rapita piu presto che Orithia: & per lei mi parea essere bene aventurato: & cussi era ella di me: si come gli dii haviano ordinato. Ma passato uno mese poi che io me gionse a lei: Io andai achaciare & andai sopra uno bello monte chiamato Chimera: & cussi caciando vene madonna Aurora & vedendome se inamoro dime & si me comincio ad pregare che io giacesse con lei. Intanto mi tolse per marito: & cussi stando con lei sempre ragionava di Procris mia prima moglie: & salva la pace di madonna Aurora io amava piu Procris che lei non obstante che la fosse dea & havesse cotante proprietade: & sempre mi paria essere congionto con Procris & si midolia chio non era con lei: & cio dicea presente madonna Aurora: & cussi dicendo Aurora fo indignata e disse. O ingrato che non cognosci lo bene che tu hai. Io te dico che verrate po che voresti mai haver habuta Procris per moglie. Alhora io me parti & cominciai asuspirare di la moglie mia & dubitare sela fusse casta over non & dubitava de questo per la bellezza & per la gioventude: le quale do cose sono cagione di fare la donna lasiva. Et da laltra parte io diceva questo non poria essere percio che ella e tanto costumata che giamai non lo faria. E poi pensava e diceva. Aurora che e dea hane cussi facto. Essendo intrato in questo pensiero io me proposi di fare dicio prova vera.

 

Transmutazione di Cephalo. Cap. LI

Quando io habbe cussi nel animo proposto io mi transformai in vesta in viso & in parlare & in costume si come io fui aiutato da madonna Aurora.& andai a casa mia: & alhora chiamai Procris, Alhora li fanti rispose Cephalo non e in casa: & perchè io non era paria tuti ansiati: & io pregai che Procris venisse ad me. La donna cussi fece & licenciata la famiglia io la cominciai adimandare che era di Cephalo & ella paria che ne fosse molto trista & diceva molto mi duole che Cephalo non ce: & io sogionsi & dissi: piaceriave madonna di ricever uno forestiero. Respose la donna non dicete queste parole che io le ho molto per mal perchè io non faria mai fallo al mio marito: perche a lui riservo le mie allegrezze. Alhora io me feci inanci per tocarla & ella si ritrasse indietro: & io li dissi. Madonna io ve daro dinari quanti voi voreti: ella achor negava: & io ancho dissi. De perchè fate voi cussi: domandate cio che al mondo mai voreti io el faro: & tanto gli lo pregai che la fo contenta & consentiva ala mia domanda. Alhora io mi ritornai in propria forma & cominzai acridare & dissi ai meretrice hora non potu negare el mal voler: & alhora ella rimase si confusa che promise & giuro di non se impazar mai con alchuno huomo: impercio che tuti erano inganatori. Alhora Procris se parti & ando con madonna Diana per caciare con lei acio che non giacesse piu con alchuno huomo. Et madonna Diana la riceve volentiera: & alhora Diana gli dete questo bastone che non falla: & un cane che non po esser vinto in lo correre per questo facto io cominciai ad ardere per amore di lei molto piu che non havia facto giamai.

 

De uno cane insuperabile. Cap. LII

Essendo io cussi infiamato de lamore di Procris io andava a lei & dolcemente la pregava che si dovesse tornare & dicevali chio non havia per se ella per le parole che io havia dicto volse consentire: percio che tute le done del mondo essendo in cussi facto modo tentate li adviene cussi. Procris perchio diceva cussi se infingea de non udirmi. Alultimo tanto fece che con lusenge & compromesse che la torno ad me & alhora mi dono questo bastone & uno cane: lequale cose havia da te a lei Diana. del bastone tu hai udito la virtude. Ora ti voglio dire la virtude dil cane. tu dei sape alhora disse cephalo che madonna Themis era adorata da quelli de Thebe tanto che la dea dava alhoro risposto: & per questo la comincio adispregiare & andavano ale driades: le qual aviano miglior risposte & piu chiare. Onde per questo la dea Themis indignata contra Thebani mando una belva : la quale ogni cosa distrugeva & guardava & uccidea gli huomini. Onde li Thebani andaro tuti in cacia per pigliarla ne non la poteano havere: & io fui a quella caccia con glialtri chiamato & circondamola in uno campo con la rete e con li cani e con altri artificii. ma ella avanzava li cani & le rete rompeva. Alhora gli puosi lo mio cane elquale monstrava di volerla seguire: elquale era chiamato lelapa: lo quale la seguito: siche a me paria chello la dovesse pigliare: & mo paria che la pigliasse & quando no: & tuti gli altri glincalzaro diretro li cani. Tanto che condusero la belva in uno grande monte: & io andai sopra el monte per vedere quello che faceano li cani: la belva siesse dalaltra parte del monte: li cani andaro dopoi lei & io presi el bastone per percotere la belva: & subito li cani forono convertiti in sasso marmoreo: & questo fo gran miracolo: laqual conversione credo che fosse per provisione de li dei: cioe di madona themis che non volse che la belva fosse vinta: & anchor la dea Diana non voliano che li suoi cani la vincessero: & dicto questo cephalo tacete.

 

Alegoria. Cap. LIII

Alegoria dela belva & di cani mutati in sasso marmoreo: la qual alegoria e lultima di questo libro elfin dilquale la magior parte e historico. Ma solo veniamo al fabulso. In quelle contrade vene una belva laquale divorava homini e animali. Molti cani la bagliavano che altro fare non gli potevano: percio che contro a lei erano immutabili: percio dice Ovidio che diventerano di pietra & dice marmorea perche quelli cani erano bianchi. vero fo che Cephalo havia uno cane Alano ferocissimo: & per fare loda al cane dice che el dono Diana dea de le caze a Procris sua moglie. Questa Procris gite astare con Diana cioe per la vergogna che li parve haver non ardiva di giacer con il marito: & percio tenia castitade: & perho dice che ando ad stare con Diana: & dice che Diana gli dono il bastone che percote diretro & senza nodi: questo volse portar Ovidio el bastone de la coscientia el quale rimorde chi falla: con el quale percote la belva cioe el pecto facto & percuote darietro. questo significa la percussione che hanno la gente con la coscientia da puoi el fallo comesso. Vero fo che questo cane di Cephalo se apiglio con questa fera & luno e laltro trabuco duna balza di sasso & tuti se specaro & moriro: & perche fo el cane morto da li sassi: perho dice che fo convertito in sasso. Anchor questa historia insieme con la fabula si po alegorizar altramente cioe per li Thebani che disprecio la dea Themis glihuomini che despreciano dio non fazandoli li suoi comandamenti: non intendeno li suoi amaestramenti. Per la qualcosa la dea indegnata manda la belva. cioe idio indegnato contra li vicii & ignorantie manda le adversitade & persecutione agli huomini: liquali essendo stimolati da le tristizie e danni se rivolta contra dio & vole riparare cioe vole pigliar la belva: cioe vole ricalcitrare & provedere con superbie contra la ira de dio: & ala fine quando vede non si potere aiutare trage col bastone di la coscientia: elqual fo donaro da Dïana: cioe da la virtude: laqual coscientia transmuta li cani in sasso: cioe le mle operazione contra la iustitia de dio diventa de sasso che piu non si move &c. Et dove dice che questa conversione fu miracolosa gia de dio niuno po tornar a salvamento de suoi vicii. cioe a rimoversi da quelli: perche idio non vole che con li cani cioe con vicii se agionga la belva: cioe la persecutione che lui manda: ma si con lo bastone di la coscientia: mediante la quale dona miracolosamante grazia che li vicii diventano di sasso. E dove dice che la dea Themis non volse che la belva fosse vinta da li cani: significa che niuno inzegno mondano non puo agiongere a le dispositione & voluntade fatale.

 

De la morte de Procris. Cap. LIIII

Poi che Cephalo hebe recitate queste novelle a Foco: Foco gli disse io ho inteso di la virtu de dil bastone & ancor sicome li cani se convertiro in marmo. ma diceteme per che questo fece voi pianger & quale .... e in questo bastone presto e vi prego che me dechiarate. Disse Cephalo questo facto ha gaudioso principio ma ha fine di molto pianto & sogionse & disse. tu sai che Procris fo mia moglie & bene me tenia di si facta moglie adventurato & cussi ella di me se tenia. Tanto che ella non haveria me cambiato per Iove: ne io haveria cambiata lei per Venus: & cussi vivevano inequale amore: & io solia andare ad caciar & tanto me infidava in questo bastone: che non portava ne archo ne faeta & non menava alchuno cane & non portava rete. Et come io havia assai caciato io me sedia in terra & andava ale ombre: & li me scopria el pecto nudo & pregava le aure che intrasse nel mio seno: & sime refrigerasse: & ricordomi chio solia cantare cussi dicendo.

 

Cap. LV

O Aura advenentissima vieni aiutami. O graziosissima entra ne li seni mei ad consolare lanima mia si come tu suoli fare: & qui con belle lusinghe gli dicea. Tu sei tuta la vita mia tuta la mia speranza el mio dilecto. tu sei colei per la cui grazia io amo questo luoco & sempre el tuo spirito e preso dal mio amore: & cussi dicendo uno maladecto non so chi se fosse sime odiava & fali molto forte: percio che credea chio amasse Laurora nympha: & io che chiamava Laura cioe il vento. Costui ando a Procris & dissegli chio amava altra donna che lei: & dissegli che mi Havia trovato solatiare con una nympha & di lei ralegravame. Si come Procris udì questo: subito per dolore cedete in terra: & questo e possibile: percio che lamore fa altrui credulo. Apresso Procris si comincio forte adlamentare & atemere di quello che non gliera dibisogno & che non era nulla: & puoi dubitava & diceva: per certo questo io non credo se io non lo vedesse. El sequente di io andai in quello luoco medesimo adcaciare & andando alombre chiamava Laura: & Procris stava nascosa in luoco che me udia: & cussi udendo ella si mosse un poco credendo scontrare Laurora che venisse ad me: & ella riguardando non vide persona: & sentendo io alcuna cose mover per la silva guardai dintorno & non viti persona. Alhora incominciai adlunsingar Laura & Procris si mosse credendo vedere che la nympha Aurora venisse ad me. Io alhora mi levai su sentendo le fronde che se moveano: & credendo ch'el fosse una fera gitai il bastone per modo che io die a procris nel pecto: nel quale el bastone entro: & ella crido forte verso di me. Alhora io la conobe ala voce: & andando li latrovai meza morta & io mi cominzai forte ad lamentare: & ella si trasse el bastone dil pecto.

 

Cap. LVI

Vedendo io la donna mia ad tanto periculo cominzai ad aiutare & ritenere gli suoi membri & anche el sangue che tuto non sipargese: & domandai come questo era advenuto & ella mi conto ogni cosa & disse. Vedi chio merito questo. Ma per lo amore che io ti porto & portai & per lo amore che tu hai habuto ad me: & per lo matrimonio che e stato fra te e me: & per tutti li dei che tu non toglie questa Aurora per moglie. Alhora io pensai si come le era inganata & cominciai ad scusarmi che questo non era stato vero: & cussi dicendo mi ella guardandomi. Advene che per le mie parole & per la promessa chio li feci ella morite con alcuna consolatione. Narrando questo Cephalo piangea: & simile coloro che la scoltavano & Caco sopra gionse con gli altri suoi figlioli: & con quello aiuto che li credia dare per andare ad Athene & qui se ditermina lo septimo libro de ovidio.