
Titolo dell’opera: Strage dei Niobidi
Autore: Luca Giordano (1632-1705)
Datazione: 1687-1689
Collocazione: L’Aja, Ambasciata di Spagna
Committenza: Maria Ludovica di Borbone, regina di Spagna
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela (117 x 135 cm)
Soggetto principale: Apollo e Diana uccidono i figli e le figlie di Niobe, mentre la madre cerca di proteggere due figlioletti
Soggetto secondario: sullo sfondo vari personaggi assistono alla scena
Personaggi: Apollo, Diana, Niobe, Niobidi, vari personaggi
Attributi: arco, frecce, faretra, raggi solari (Apollo); arco, frecce, mezzaluna (Diana); corona (Niobe)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Ferrari O., Scavizzi G., Luca Giordano. L’opera completa, Electa Napoli, Napoli 1992, p. 324
Annotazioni redazionali: la tela, insieme ad altre di soggetto profano raffiguranti il Carro dell’Aurora, Apollo e Marsia, la Caduta di Icaro e le Allegorie dei quattro continenti, fu probabilmente realizzata tra il 1687 e il 1689 da Luca Giordano per la regina di Spagna, Maria Ludovica di Borbone, moglie di Carlo II d’Asburgo. Il dipinto ha come soggetto il momento più tragico del mito di Niobe, ovvero l’episodio della strage dei Niobidi, uccisi da Apollo e Diana per vendicare le offese recate dalla regina di Tebe alla loro madre. Rispetto al racconto delle Metamorfosi (Niofc26), nel quale l’uccisione dei maschi precede quella delle figlie, accorse con la madre alla notizia della loro morte, nella tela i due momenti vengono unificati, caratteristica comune alle raffigurazioni seicentesche di questo soggetto. Entrambe le due divinità, rappresentate con i loro attributi planetari, si trovano in cielo nell’atto di scagliare frecce contro il gruppo sottostante dei Niobidi. L’intera scena è caratterizzata da un movimento molto concitato delle figure da sinistra verso destra. Al di sotto della nuvola sulla quale è poggiato Apollo sono ammassati i corpi dei primi figli uccisi, mentre un di questi ancora in vita si abbassa tra i cadaveri dei fratelli con lo sguardo terrorizzato. Il centro della composizione è dominato da tre Niobidi a cavallo, due dei quali, durante la fuga, sono stati feriti mortalmente e sono raffigurati mentre cadono dai loro destrieri. Un altro cavaliere in fuga si trova a destra, mentre in primo piano si scorge il gruppo di Niobe insieme a due figlioletti. La madre è accovacciata a terra, con lo sguardo e il gesto supplice della mano rivolto alla dea, mentre con un braccio stringe a sé il figlio più piccolo e una fanciulla impaurita le cinge il fianco. Sullo sfondo, da un parapetto di una costruzione, numerose figure anonime osservano il massacro. Nella postura del Niobide riverso da cavallo in primo piano è possibile notare una certa somiglianza con la figura di San Paolo nelle raffigurazioni della sua “Conversione”.
Dario Iacolina