37: Niobe

Titolo dell’opera: Storia di Niobe

Autore: Luca Cambiaso (1527-1585)

Datazione: 1578 ca.

Collocazione: Genova, Palazzo Lercari-Parodi

Committenza: Franco Lercari

Tipologia: dipinti

Tecnica: affresco

Soggetto principale: il popolo compie i sacrifici alla dea Latona

Soggetto secondario:

Personaggi: popolo tebano, sacerdoti

Attributi:

Contesto: interno di un tempio

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Magnani L., Luca Cambiaso da Genova all’Escorial, Sagep, Genova 1995, pp. 235-237, 247-250; Parma E., La pittura in Ligura. Il Cinquecento, Banca Carige, Genova 1999, pp. 262-264; Cieri Via C., L’Arte delle metamorfosi, Lithos, Roma 2003, pp. 216-217

Annotazioni redazionali: gli affreschi di Luca Cambiaso decorano un salotto del primo piano di Palazzo Lercari a Genova. Il palazzo fu fatto costruire da Franco Lercari sulla Strada Nuova alla fine degli anni ’60 del Cinquecento e nel 1572 la costruzione era quasi completata. La decorazione, però, venne iniziata alcuni anni dopo la conclusione dei lavori a causa delle lotte intestine che contrapponevano la vecchia alla nuova aristocrazia genovese. Infatti il committente, esponente dell’antica nobiltà filo-spagnola, nel 1575 abbandonò Genova e il suo incarico di governatore per un fallimento diplomatico e vi ritornò l’anno successivo rioccupando nuovamente importanti cariche pubbliche. Molti degli affreschi del palazzo vanno letti alla luce di questi eventi politici. Nei miti raffigurati, che illustrano esempi di superbia punita dal volere divino, il Lercari allude alla vittoria delle antica aristocrazia sulla nuova, delle antiche istituzioni sulle pretese dei nuovi arricchiti. In particolar modo il mito dell’empia Niobe, culminante con la strage dei suoi figli, va inteso come “esecrazione dei suoi nemici politici in contrasto alla pietas del committente e alla sua fedeltà alla corona spagnola” (Magnani 1995). La decorazione con la Storia di Niobe si compone di cinque scene: Manto esorta il popolo a sacrificare alla dea Latona; Il sacrificio a Latona e ai suoi figli; Niobe deride Latona e chiede sacrifici per se stessa; La cavalcata dei Niobidi; infine, al centro della volta, campeggia La strage dei Niobidi. Gli affreschi del Cambiaso rappresentano uno dei rari esempi in cui vengono rappresentati più episodi distinti e antecedenti a quello dell’uccisione della prole della regina di Tebe. I primi tre momenti iniziali della storia erano già stati oggetto di raffigurazioni negli arazzi francesi della metà del XVI secolo, e lo saranno anche in quello successivo (Cfr. scheda opera 43), ma, mentre in quegli esempi gli episodi sono rappresentati simultaneamente all’interno del più ampio ciclo con le Storie di Diana, qui si sceglie di dedicare un singolo riquadro per ciascun momento realizzando così uno dei rari cicli di affreschi incentrati sulla storia di Niobe. Unico precedente è costituito dal fregio di Palazzo Milesi realizzato da Polidoro da Caravaggio (Cfr. scheda opera 22 e seguenti). Indiscussa è la derivazione delle singole sequenze narrative dal racconto di Ovidio (Niofc26), che, dopo la presentazione del personaggio di Niobe, inizia la narrazione con il vaticinio di Manto (vv. 157-162). In seguito alle parole della profetessa figlia di Tiresia, i tebani “offrono incenso e preghiere alle sacre fiamme” (v. 164). Accanto la statua della dea, rappresentata con i due figlioletti, Apollo e Diana, scorgiamo due anziani sacerdoti, davanti ai quali, su un piccolo altare, bruciano gli incensi prescritti. Due personaggi sono inginocchiati in preghiera dinanzi all’ara, mentre alle loro spalle si avvicina la folla giunta nel tempio per rendere gli onori alle divinità.

Dario Iacolina