
Titolo dell’opera: Strage dei Niobidi (Vengeance contre Niobe)
Autore: Bernard Salomon (1506-1560)
Datazione: 1557
Collocazione: La Métamorphose d’Ovide figurèe, Lione 1557
Committenza:
Tipologia: incisione
Tecnica: xilografia
Soggetto principale: Apollo e Diana saettano i figli di Niobe di fronte alla madre
Soggetto secondario:
Personaggi: Apollo, Diana, Niobe, Niobidi
Attributi: arco, freccia, faretra (Apollo); arco, freccia, mezzaluna (Diana); corona (Niobe)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Guthmuller B., Mito, poesia, arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni, Roma 1997
Annotazioni redazionali: il testo de La Métamorphose d’Ovide figurèe fu stampato a Lione nel 1557 ed è illustrato da 178 xilografie realizzate dal noto incisore Bernard Salomon. L’opera deriva il suo impianto dall’emblematica cinquecentesca, ogni pagina è tripartita in una breve titolo del soggetto (inscriptio), nella sua immagine (pictura)e infine in un epigramma in versi (subscriptio). Nonostante questo non La Métamorphose d’Ovide non può essere considerata un libro di emblemi, in quanto le inscriptiones sono delle sintetiche definizioni del tema raffigurato, mentre le subscriptiones, a differenza di quelle dei testi di emblematica, riassumono in versi l’episodio mitico mostrato nelle immagini senza però darne una lettura allegorica. Il soggetto scelto per la rappresentazione del mito di Niobe è il momento culminante della strage ovvero l’attuazione della vendetta contro la superba madre dei Niobidi, così come si può leggere nell’inscriptio. La regina, con le braccia alzate in un gesto disperato, si trova al centro della concitata scena. Tra le nubi del cielo Apollo e Diana “tous deus ensamble ore, / viennent venger ces superbes façons”. La loro posizione affrontata, mentre puntano i loro archi verso le sottostanti vittime, è simile a quella dell’incisione della Superbia nel testo dell’Alciati, in cui è illustrato il medesimo tema (Cfr. scheda opera 32). Intorno a Niobe è raffigurata la sua numerosa prole: i figli maschi giacciono già morti al suolo, mentre tra le figlie ancora in vita alcune sono rappresentate in fuga, un’altra accovacciata a terra per il terrore e un’altra ancora vicino alla madre colta in un gesto di aiuto. I tre cavalli sulla destra ricordano il momento appena precedente della strage dei figli maschi che stando alla tradizione ovidiana (Niofc26) vengono uccisi mentre alcuni si esercitavano nella corsa a cavallo. L’immagine, dunque, rappresentando la sequenza finale dell’eccidio, con la morte delle figlie giunte insieme la madre a piangere i loro fratelli, rispetta la narrazione separata dei due eventi, così come descritta dal poeta latino, discostandosi leggermente dalla subscriptio. Infatti, negli ultimi versi dell’ottava si descrive sinteticamente l’uccisione, nello stesso momento, dei figli di Niobe ad opera di entrambe le due divinità, il che giustificherebbe la figura di Apollo saettante raffigurata nella pictura.
Dario Iacolina