35: Niobe

Titolo dell’opera: Strage dei figli Niobe

Autore: Giovanni Antonio Rusconi (1520-1579)

Datazione: 1553

Collocazione: Le Trasformationi di m. Lodovico Dolce di novo ristampate e da lui ricorrette et in diversi luoghi ampliate con la tavola delle favole, in Venetia, appresso Gabriel Giolito de’ Ferrari,1553

Committenza: Gabriel Giolito de’ Ferrari

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia

Soggetto principale: Diana e Apollo saettano i figli di Niobe

Soggetto secondario:

Personaggi: Diana, Apollo, sei Niobidi

Attributi: arco, freccia (Diana); arco, freccia (Apollo)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Guthmuller B., Mito, poesia, arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni, Roma 1997

Annotazioni redazionali: nell’incisione viene rappresentata la scena della strage dei figli maschi di Niobe. L’episodio centrale del mito, che nelle precedenti xilografie (Cfr. scheda opera 21, scheda opera 26) era unito a quello iniziale dell’empietà della loro madre, ora viene trattato singolarmente in un’unica immagine. Le incisioni del Rusconi, a causa di un ritardo nella composizione de Le Trasformationi di Lodovico Dolce, furono realizzate prima della stesura finale del volgarizzamento in versi, per questo parte dell’apparato iconografico fece riferimento ai volgarizzamenti precedenti del Bonsignori e dell’Agostini e al loro corredo di immagini. La scena mostra tra le nuvole Apollo e Diana intenti a colpire a morte i figli di Niobe. Questi sono descritti nel testo  “in ricche vesti, e su corsieri eletti” mentre “dimostravan destrezza, arte, e valore” (Niofr04). Questa opulenza, già ricordata da Ovidio (vv. 222-223) con i riferimenti alla “porpora tiria” e alle “briglie cariche d’oro”, è resa nell’incisione in alcuni dettagli, come i finimenti dei cavalli e l’elmo piumato di uno dei figli. Questi sono colti nel momento della fuga sia a piedi che a cavallo. La composizione risulta molto movimentata, al punto che alcune delle figure in corsa sono tagliate dai bordi della xilografia, raffigurando così solo sei figli. L’azione congiunta delle due divinità nell’eccidio dei maschi, che sin dalla fonte omerica muoiono per mano del solo Apollo, era già presente nell’incisione delle Metamorfosi commentate da Raffaello Regio nel 1493.

Dario Iacolina