23: Niobe

Titolo dell’opera: Storia di Niobe

Autore: Polidoro Caldara da Caravaggio (1500 ca.-1543) e Maturino da Firenze (1490-1528)

Datazione: 1526-27

Collocazione: Roma, Palazzo Milesi, fregio

Committenza: Giovanni Antonio Milesi

Tipologia: dipinto

Tecnica: affresco monocromo

Soggetto principale: culto della statua di Niobe ( o adorazione e celebrazione dei sacrifici in onore della dea Latona)

Soggetto secondario:

Personaggi: popolo tebano, sacerdote

Attributi:

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Marabottini A., Polidoro da Caravaggio, Edizioni dell’Elefante, Roma 1969, vol.1, pp. 126-129, 366-368; Polidoro Caldara da Caravaggio. 2 Copie da Polidoro, Monumenta Bergomensia, Bergamo 1978, p. 367 e sgg.; Errico M., Finozzi S.S., Giglio I., Ricognizione e schedatura delle facciate affrescate e graffite a Roma nei secoli XV e XVI, in “Bollettino d’arte”, 33-34, 1985, pp. 53-134

Annotazioni redazionali: La figura dello staffiere con il cavallo segna una cesura con la scena seguente, in cui, intorno alla statua di una donna ammantata, un vecchio sacerdote invita la folla in adorazione a porgere i doni e le proprie preghiere. Il momento, che si trova al centro del fregio, è stato sin dai primi commentatori indicato come l’adorazione della statua di Niobe, conseguente al desiderio della regina di più degna di onori divini. Ma nel testo di Ovidio al lungo discorso della superba Niobe, che si domanda “perché si venera Latona sugli altari e la mia divinità è ancora senza incenso?” (vv. 171-172), non segue nessuna scena di ossequio alla figura di Niobe. Dunque, l’artista potrebbe averla rappresentata desumendola dalle empie parole della regina, oppure l’episodio potrebbe raffigurare i sacrifici offerti a Latona contemporaneamente all’arrivo di Niobe e al divieto di proseguirli. La statua dorata sul piedistallo, ammantata come Niobe, ma anche come la figura di Latona nella scena consecutiva, non aiuta ad identificare l’effigiata, come avverrà in altri casi (Cfr. scheda opera 34, scheda opera 38), ma l’assenza della corona potrebbe far propendere per l’identificazione con la madre di Apollo e Diana.

Dario Iacolina