11: Niobe

Titolo dell’opera: Andromeda e Niobe

Autore: vicino al Pittore di Arpi e di Berlino

Datazione: 320 a.C.

Collocazione: Taranto, Museo Nazionale Archeologico (proveniente da Canosa)

Committenza:

Tipologia: vaso apulo (lekanis)

Tecnica: pittura a figure rosse

Soggetto principale: Andromeda legata; Niobe addolorata nel naiskos in procinto di pietrificarsi

Soggetto secondario: Cefeo supplica Perseo di liberare la figlia; Tantalo prega Niobe di desistere dal lutto; personaggi presenziano le due scene

Personaggi: Niobe, Tantalo, Andromeda, Perseo, Cefeo, Cassiopea (?), figura di dolente, giovani servitori e offerenti

Attributi: mani legate (Andromeda); calzari alati, falcetto, mantello, cappello alato (Perseo); berretto frigio, bastone (Cefeo); specchio (Cassiopea ?); tomba, parziale pietrificazione, atteggiamento dolente, mantello (Niobe); berretto frigio, bastone (Tantalo)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Trendall A.D., The mourning Niobe, in Revue Archéologique, II, 1972, p. 314; Keuls E., Aeschylus’ Niobe and Apulian Funerary Symbolism, in Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik, XXX, 1978, pp. 47 e 61-64; Schmidt M., ad vocem “Niobe”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco, 1992, vol. VI, 1, p. 911; Garzya A., Eschilo e il tragico: il caso della Niobe, in La parola e la scena, Bibliopolis, Napoli 1997, pp. 153-157

Annotazioni redazionali: la lekanis di Canosa si presenta come un’opera di straordinaria importanza non tanto per l’iconografia adottata ma per l’originalissimo accostamento tra due miti apparentemente distanti. Nello spazio circolare sono raffigurati, senza una netta linea di separazione, le figure di Andromeda e di Niobe. Nella parte superiore Andromeda è legata a due tronchi in attesa che si compia il suo infelice destino; a sinistra il padre Cefeo, sostenuto da un giovane, è inginocchiato davanti Perseo per supplicarlo di salvare la propria figlia; a destra di Andromeda una figura è colta nell’atto di aprire un cofanetto, mentre un’altra tiene in mano uno specchio e una palla. La presenza dello specchio in mano alla figura più vicina ad Andromeda ha fatto avanzare l’ipotesi di riconoscere nella donna, la madre Cassiopea, la cui bellezza è all’origine del sacrificio della figlia. La parte inferiore mostra una composizione più concisa tratta da esempi di poco precedenti (Cfr. scheda opera 04, scheda opera 05, scheda opera 07, scheda opera 08). L’infelice Niobe è inserita nel naiskos, nel tipico gesto di contrizione, mentre la parte inferiore del manto è dipinta di bianco ad indicare l’inizio della sua metamorfosi. Il padre, accompagnato da un giovane, si rivolge alla figlia con un gesto di supplica. Ai due lati le figure di un’offerente e di un’afflitta. La disposizione sull’asse centrale delle due eroine suggerisce una lettura analoga delle due storie a prima vista prive di relazioni. Come per la raffigurazione di Niobe anche per quella di Andromeda si può evidenziare una ripresa dalla tragedia del V secolo, specificatamente nell’Andromeda di Euripide. L’analisi della Keuls (1978) propone con cautela due possibili punti di contatto tra i due episodi raffigurati: una corrispondenza nella trama e nello scenario del dramma e un’analoga interpretazione funeraria della storia. In base ai pochi frammenti superstiti di entrambe le tragedie sappiamo che in entrambi i casi le due protagoniste apparivano in scena “immobilizzate” e ruolo un importante era svolto dalla pietrificazione. Perseo salva la fanciulla dalla morte pietrificando il mostro con la testa della Medusa, invece Niobe, attraverso la pietrificazione, ottiene dagli dèi la morte che le permette di raggiungere i figli defunti. Un’ulteriore connessione tra i due personaggi è stata riscontrata da Garzya (1997) nel peccato di hybris che è la causa scatenante della vendetta divina nei due miti: la madre di Andromeda, per essersi vantata della propria bellezza o, secondo una variante, di quella della figlia, e reputandola superiore a quella delle Nereidi, si attirò l’ira di Poseidone, che pretendeva il sacrificio di Andromeda, per quanto riguarda Niobe, anche la sua superbia coinvolse la sua numerosa prole. Inoltre la simmetria tra i due registri della lekanis ha suggerito di vedere la figura di Cassiopea, nella donna con lo specchio a destra di Andromeda, e la madre di Niobe nella donna in atteggiamento dolente vicino al tempietto.

Dario Iacolina