09: Niobe

Titolo dell’opera: Strage dei Niobidi

Autore: Pittore di Baltimora

Datazione: 340-320 a.C.

Collocazione: Ruvo, Museo Jatta

Committenza:

Tipologia: vaso apulo (cratere a volute)

Tecnica: pittura a figure rosse

Soggetto principale: Apollo e Artemide su due carri saettano i figli di Niobe davanti alla loro madre

Soggetto secondario: Latona in trono e altre divinità assistono alla scena

Personaggi: Apollo, Artemide, Latona, Ares, Afrodite, Eros, Pan, Ermes, Atena, Iris, Niobe, 8 Niobidi, pedagogo

Attributi: arco, freccia, faretra, carro trainato da quattro cavalli (Apollo); arco, freccia, carro trainato da cerve (Artemide); scudo, elmo, lancia (Ares); calzari alati, caduceo, petaso (Ermes); ali (Eros)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Geominy W., ad vocem “Niobidai”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco, 1992, vol. VI, 1, p. 916

Annotazioni redazionali: il cratere mostra la concitata scena della strage dei Niobidi articolata su due registri sovrapposti, ai quali se ne aggiunge un terzo in cui sono collocate alcune divinità olimpiche. La scelta del pittore di Baltimora, nella raffigurazione del massacro, costituisce un unicum sia in base alle fonti che per le immagini a noi note di questa scena (Cr. scheda opera 01, scheda opera 02, scheda opera 10). Apollo e Artemide sono posti su due carri trainati da diversi animali, quattro cavalli bianchi per il dio e due cerve per la dea, mentre lanciano frecce verso i Niobidi terrorizzati. Le fonti scritte precedenti ad Ovidio non esplicitano il mezzo sul quale i due gemelli attuino l’uccisione dei figli di Niobe, mentre nelle testimonianze figurative fino al IV secolo la coppia divina è sempre presentata appiedata. La presenza dei due carri, dunque, può derivare dalla contaminazione con l’immagine del carro del sole per Apollo e variato sostituendo le cerve ai cavalli per la dea della caccia, ma la particolarità può semplicemente essere dovuta alla scelta di un espediente che dia maggior risalto alle due figure rispetto a quelle delle loro vittime. Nella parte inferiore tre fanciulle colpite dagli strali alzano le braccia in cerca di protezione verso la loro disperata madre, mentre la composizione è chiusa a destra dal carro di Artemide. Apollo è invece al centro della scena circondato dai cinque figli di Niobe ormai feriti, alcuni dei quali cercano aiuto nella figura dell’anziano pedagogo, personaggio caro alla tragedia e spesso presente nell’episodio dell’eccidio. L’immagine di un alberello spoglio sulla destra e i diversi piani d’appoggio delle figure, come anche la presenza dei carri, indicano, almeno per la parte superiore, un’ambientazione esterna e un possibile riferimento al monte Citerone, luogo della morte dei figli (Niofc44), invece la brocca e l’anfora rovesciate nei pressi delle fanciulle potrebbe richiamare un ambiente più domestico. Appena al di sotto della bocca del cratere sono poste alcune divinità tra le quali occupa un posto di grande rilievo Leto. La dea, la cui vendetta è all’origine dello sterminio dei figli della superba rivale, si trova seduta su un ricco trono con un ventaglio nella mano destra, mentre si rivolge con lo sguardo verso Ares come a commentare la scena sottostante, tutt’intorno le altre divinità presenziano all’evento.

Dario Iacolina